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Fascia a rotazione? Macchè, c’è solo un capitano!

Tite, CT del Brasile, continua nella rotazione della fascia di capitano tra i suoi calciatori. Ma le squadre che hanno fatto epoca vengono riconosciute anche attraverso i loro inamovibili leader.

Redazione Il Posticipo

Contro la Russia tocca ad Alisson. Nella prossima amichevole del Brasile sarà il portierone della Roma a indossare la fascia da capitano della Seleçaco. Un onore, ma anche un'ebbrezza che pian piano i calciatori a disposizione di Tite stanno provando tutti. Il giallorosso è infatti il quindicesimo capitano nelle ultime diciotto partite, in onore al concetto di fascia a rotazione che il CT verdeoro ha lanciato per responsabilizzare i suoi e per creare uno spirito di squadra ancora più coeso. Funzionerà? Bella domanda, perchè il principio di leadership è fondamentale in un undici e tutte le grandi nazionali che hanno fatto epoca sono riconosciute anche attraverso l'identità di chi indossa la fascia...

Carlos Alberto e il Brasile del 1970

L'esempio migliore, forse, i brasiliani ce l'hanno in casa. In una squadra tra le più forti di ogni tempo, quella che poteva permettersi di schierare in campo cinque numeri 10 nella finale contro l'Italia, il capitano del Brasile del 1970 non era nè Pelè, nè Jairzinho, nè tanto meno Rivelino. No, la fascia al braccio, nonostante il talento immenso dei compagni, ce l'aveva Carlos Alberto, che naturalmente è di conseguenza detto O Capitão do Tri. La sua leadership indiscussa, unita a doti tecniche fuori dal comune per un terzino, lo hanno portato sul tetto del mondo come capitano di quel Brasile leggendario, con l'imperitura immagine della Coppa Rimet sollevata per la terza volta.

Zoff: il portiere con la fascia

Chi l'ha detto che i portieri non possono far bene i capitani? Alisson ha un precedente molto illustre in Dino Zoff, leader silenzioso dell'Italia campione del mondo del 1982. Non certo una squadra priva di calciatori di personalità, come Claudio Gentile, Gaetano Scirea e Bruno Conti, ma nessuno dal carisma e dalla presenza imponente come quella di DinoMito. A cui la fascia al braccio non spettava solo per anzianità, anche se con i suoi 40 anni Zoff è il più vecchio campione del mondo di tutti i tempi, ma soprattutto per il rispetto che il portiere della Juventus sapeva ottenere da compagni ed avversari, anche se la distanza dal vivo del gioco (spesso citata come discriminante per non affidare il ruolo di capitano a un estremo difensore) era ampia.

Beckenbauer, Kaiser Franz di nome e di fatto

Difficile parlare di grandi capitani senza celebrare la figura di Franz Beckenbauer, che con la fascia al braccio ha trascinato la nazionale tedesca alla doppietta Europei-Mondiali tra 1972 e 1974 (oltre che il Bayern Monaco a un tris di Coppe dei Campioni). Leadership indiscutibile per il difensore teutonico, al punto che il suo soprannome, Kaiser Franz, si adatta particolarmente bene al ruolo di guida, in campo e fuori, della Mannschaft. E quindi anche Breitner, Vogts e Müller, non certo gli ultimi arrivati, si sono sempre inchinati di fronte al carisma inarrivabile di Beckenbauer. Che tra l'altro da allenatore della nazionale ha ripetuto la scelta fatta con lui da Schön, affidando la fascia e le chiavi della squadra a Matthäus.