
Silenzio, parla Cesc Fabregas. Il centrocampista spagnolo del Como, campione...di tutto o quasi (gli manca la Champions, il suo grande cruccio), ha concesso un'intervista a Cadena SER in cui ha affrontato diversi argomenti.
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Silenzio, parla Cesc Fabregas. Il centrocampista spagnolo del Como, campione...di tutto o quasi (gli manca la Champions, il suo grande cruccio), ha concesso un'intervista a Cadena SER in cui ha affrontato diversi argomenti.
A partire dalla scelta di venire in Italia, per giunta in Serie B. "Ho passato un anno davvero pessimo al Monaco, con infortuni, tristezza e sensazione di impotenza. Sono arrivato a un punto in cui non mi importava dove e a che livello, volevo solo giocare a calcio. Volevo essere circondato da gente che sa di calcio, con un buon progetto, non volevo andare due anni a guadagnare e poi salutare. E poi il club mi aiuta per prendere il tesserino da allenatore, di fatto alleno la seconda squadra". Da...allenatore in erba, Fabregas giudica anche la scelta di De La Fuente di escludere Sergio Ramos dalla nazionale. "Non voglio essere male interpretato, ma mi è sembrato giusto che il CT glielo abbia detto direttamente prima che lo sapesse da qualche altra persona. Quando è successo a me, Lopetegui mi ha chiamato e mi ha detto che voleva provare calciatori più giovani. Io all'epoca stavo vincendo la Premier e non sono stato contento. Ma diciamo che è impossibile esserne contenti...".
Un pensiero anche al Barcellona e a un ex compagno di reparto che sta facendo strada in panchina. "Xavi mi piace, si vedono cose che non si vedevano da anni. Sicuramente lui dirà che ci sono cose da migliorare, ma credo che la squadra sia già migliorata molto. L'eliminazione dall'Europa League è un brutto colpo, ma che ti fa vedere che non sei al livello giusto in Europa. Ma se vince la Liga già sarà un grandissimo passo in avanti". E infine, qualche consiglio a Vinicius, un po'...maltrattato dagli avversari e dai tifosi delle altre squadre. "La questione di Vinicius dipende da tante cose. Se fossi stato un terzino, avrei cercato di fermarlo come potevo, anche facendo cose che con gli altri non avrei fatto. Bisogna provare a farlo rimanere fuori dal vivo della partita perchè è bravissimo. Anche lui però ha colpe, perchè non può perdersi in queste cose. È un ragazzo molto giovane, anche questo bisogna considerarlo. E se controlla bene questa situazione, può essere inarrestabile come lo sono stati Ronaldinho o Neymar". E se lo dice uno che li ha vissuti entrambi...
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