Nel 2010 lei è passato alla Roma dove è rimasto per due stagioni: che esperienza è stata?
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Fabio Simplicio, fra parco giochi e ristorante: “Via da Palermo in lacrime, la Roma è nel mio cuore. Adriano si è perso quando…”

È stato bello perché lì ho trovato tanti brasiliani che in passato avevo solo affrontato: Taddei e Cicinho. C'era Julio Battista. Quando ho saputo che c'erano questi ragazzi a Roma ho accettato di corsa l'offerta che mi avevano fatto.
Come è stato giocare con Francesco Totti?
È stata una delle cose più belle della mia vita. In un derby di campionato Francesco ha calciato un rigore che mi ero procurato. Totti ha segnato e abbiamo vinto il derby: per me è stato bellissimo, un momento indimenticabile.
Lei è stato decisivo contro la Lazio per tre volte nel 2010-11 tra campionato e ottavi di Coppa Italia...
Sì, ho vissuto momenti belli contro di loro. Segnare in quelle partite ed esultare sotto la curva è la cosa più bella del mondo: mi era successo a Palermo contro il Catania, ma segnare nei derby romani è qualcosa di splendido.
Lei ha giocato con De Rossi che oggi è passato al Boca Juniors: vi siete sentiti?
No, mi dispiace... Quando sono arrivato a Roma, Daniele mi ha dato una grossa mano. All'inizio non ero in forma perché mi ero infortunato a Palermo. De Rossi è sempre stato vicino allo staff medico e voleva sapere quando sarei rientrato. De Rossi è il numero uno. Mi tolgo il cappello di fronte a lui perché è veramente un signore.

Lei è stato compagno di stanza di Adriano a Roma: come è andata?
Adriano ha perso la voglia di giocare a calcio. Mi ricordo che nel 2010 contro l'Inter mancavano 2 minuti, ma lui si è rifiutato di entrare in campo: lì abbiamo perso il ragazzo. Dopo quella partita non ha più avuto voglia di giocare. È rimasto con noi per un po' perché c'erano tanti brasiliani. A dicembre ha fatto una gara incredibile contro il Milan e abbiamo vinto 1-0. Eravamo felici. Per lui era stata una partita particolare. Pensavamo che l'Imperatore fosse tornato. Dopo la sosta natalizia però Adriano non si è ripetuto e lo abbiamo perso per tutto il resto dell'anno.
Nel 2011-12 alla Roma è arrivato Luis Enrique: come è stato il vostro rapporto?
Luis Enrique è un grande allenatore. Nell'estate in cui è arrivato, io non ero partito con la squadra per il ritiro. Sono rimasto a Roma con altri quattro o cinque ragazzi per allenarmi insieme al padre di De Rossi. Non ho mai mollato anche quando sono rimasto fuori rosa. Quando la prima squadra è tornata, una decina di giocatori erano infortunati. Luis Enrique mi ha chiesto di allenarmi con loro, poi mi ha chiesto perché non fossi andato con loro in ritiro. Io gli ho spiegato che il direttore sportivo non mi voleva più a Roma. Luis Enrique mi ha detto che sarei rimasto perché lui mi voleva. Quando il mister è andato in ritiro con la squadra non sapeva nemmeno chi fossi.
Quella stagione è cominciata col piede sbagliato...
Abbiamo disputato i preliminari di Europa League contro lo Slovan Bratislava. All'andata fuori casa abbiamo giocato male: io sono sceso in campo senza aver fatto il ritiro con la squadra, ma ho dato il massimo. Abbiamo fatto una brutta figura e al ritorno siamo stati eliminati.
Come vede la Roma di oggi? È cambiata molto rispetto a quando ci ha giocato lei...
Non conosco nessuno che fa parte della Roma di oggi a parte Daniel Fuzato: è il terzo portiere della squadra e ce l'ho portato io insieme ai miei colleghi in qualità di agente. È arrivato nella scorsa stagione ed è un nostro giocatore. Fuzato è un po' l'erede del nostro grandissimo Alisson.
Dopo la Roma lei ha giocato in Giappone: come è andata?
Sono stato lì per tre stagioni ed è stato bellissimo. Sono rimasto per un anno e mezzo al Cerezo Osaka giocando bene. Poi la squadra è andata in B e sono passato al Vissel Kobe per un anno. Poi mi sono fatto male al ginocchio e ho dovuto smettere di giocare.
Come è stato smettere di giocare?
Ho sofferto... Mi sarebbe piaciuto smettere giocando la mia ultima partita, ma non è stato possibile. Sono contento lo stesso di tutto quello che ho fatto in questi anni. Devo ringraziare tutte le persone che mi hanno aiutato nella mia vita direttamente oppure indirettamente. Sono soddisfatto per tutto quello che sono riuscito a fare nel mondo del calcio.
Non è riuscito a togliersi soddisfazioni col Brasile però...
Sono stato convocato quando c'era Dunga in panchina. Ho giocato due amichevoli: una contro l'Inghilterra e una contro l'Oman, però è stata l'ultima convocazione prima di Sudafrica 2010. Mi giocavo il posto con Ramires che si era infortunato, ma è tornato in tempo ed è andato al Mondiale.
Vorrebbe tornare un giorno in Italia con un altro ruolo magari in una sua ex squadra?
No, oggi mi vedo in Brasile. Un giorno mi piacerebbe lavorare insieme a una grande squadra. Voglio portare bravi ragazzi nel vostro Paese: è la cosa che mi dà più soddisfazione. Vi ringrazio per avermi pensato: ho passato tanti anni fuori dall'Italia ormai, ma vi ricordate ancora di quello che ho fatto da voi. Per me è un grande onore.
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