Il Posticipo
I migliori video scelti dal nostro canale

calcio

Esposito: “I giovani devono crescere ma in A i 2002 non giocano e Mancini non può fare miracoli”

Esposito: “I giovani devono crescere ma in A i 2002 non giocano e Mancini non può fare miracoli” - immagine 1

L'ex stellina dell'Inter lancia un vero e proprio appello.

Redazione Il Posticipo

Esposito torna a riabbracciare la maglia azzurra dell'Under 21, dopo due anni, 34 presenze e sette reti con la maglia del Basilea. Una stagione complicata per l'attaccante che dopo l'esperienza con l'Inter non è riuscito a confermarsi ad altissimo livello. Il ragazzo però ha le idee chiare. Interpreta le prossime tre sfide come un'occasione di rilancio. E lancia una scialuppa al CT Roberto Mancini. Le sue parole sono riprese dalla FIGC. 

OCCASIONE - La promessa  ha ancora tempo per mantenere fede al suo talento. "Questa convocazione è una occasione unica. Torno dopo due anni, ma era giusto non convocarmi in precedenza perché non me l'ero meritata. Adesso voglio dimostrare tutto il mio valore e soprattutto contribuire a raccogliere i punti necessari per la qualificazioni. Il mio sogno è sempre quello di giocare per la nazionale maggiore e voglio raggiungere mio fratello Salvatore che in questi anni mi ha sempre aiutato moltissimo".

ATTACCO - Esposito è atteso con ansia. La nazionale, del resto, è da tempo a caccia di un bomber. "Abbiamo Immobile, che ha vinto l'Europeo, una Scarpa d'Oro ed è un calciatore fortissimo. E ci sono anche altri attaccanti che stanno crescendo come Pinamonti, Scamacca e Raspadori. Sono consapevole che sia un momento molto difficile per la nazionale, non è certo bello non partecipare per la seconda volta consecutiva ai Mondiali ma non possiamo dimenticare che dodici mesi fa siamo saliti in cima all'Europa. Occorre restare calmi e aiutare la nazionale".

APPELLO - Il CT deve ripartire dai giovani. In Italia ce ne sono pochini. In questa ottica l'attaccante del Basilea lancia un appello. "I giocatori giovani hanno bisogno di crescere, ma per completare questo percorso occorre farci giocare. Mancini non può fare miracoli, credo ci siano solo due italiani del 2002 in serie A. Ecco perché, purtroppo, siamo costretti a cercare spazio all'estero. io ho scelto la Svizzera e non me ne pento, è stata una esperienza altamente formativa. Ho giocato più a Basilea che in serie B e sono migliorato tantissimo rispetto allo scorso anno anche se non escludo di tornare in Italia con un progetto adatto. Intanto penso a centrare questa qualificazione".