Parliamo spesso e volentieri di WAGS, le bellissime fidanzate dei calciatori, che ci ammaliano dagli spalti e dai loro profili Instagram almeno quanto i loro boyfriend in campo; probabilmente anche un filino di più. Epperò la FIFA, durante i Mondiali appena trascorsi, ha disposto che le riprese delle partite trasmesse in mondovisione non includessero le bellezze sugli spalti. Già qualcosa del genere era avvenuto qualche tempo fa, con il bando delle “ombrelline” dalle griglie di partenza dei Gran Premi di Formula 1 (bando cui Montecarlo ha coraggiosamente resistito). Tutto ciò, si dice, in nome del politically correct e per rispetto nei confronti del pubblico femminile; e anche, si dice sempre più spesso, nel rispetto di culture non occidentali in cui certe immagini teletrasmesse potrebbero risultare offensive. Queste tendenze si manifestano con ulteriore forza da qualche tempo, specie dopo la rumorosa vicenda di Harvey Weinstein e le conseguenti varie campagne #metoo, etc.
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È questo che vogliamo?
Di Ignazio Castellucci. Parliamo spesso di WAGS, le bellissime fidanzate dei calciatori, che ci ammaliano dagli spalti. Eppure la FIFA, durante i Mondiali appena trascorsi, ha disposto che le riprese delle partite trasmesse in mondovisione non...
CULTURA - Non siamo d’accordo con l’atteggiamento della FIFA. Non intendiamo minimamente avallare condotte criminose, e nemmeno semplicemente scorrette; né intendiamo minimizzare la gravità di certe situazioni e di certe dinamiche distorte nei rapporti tra uomini e donne. I reati vanno repressi. La libertà di ognuno è sacra. Ma sì, teniamo alla nostra identità culturale occidentale, che include la nostra cultura certamente un poco sessuofila. Il corpo ci piace, lo esibiamo, lo concediamo; e ci piace fare ciò – uomini e donne – con una libertà sconosciuta (specie per le donne) in altre parti del mondo. Altre culture del mondo si avvicinano a noi occidentali per godere delle molte cose belle da noi scoperte, inventate, sviluppate nel campo della scienza, della tecnica, dell’arte, della cultura, del divertimento. Abbiamo visto con piacere la gioia delle tifose iraniane, libere di andare alla partita con i loro uomini e di godersela in libertà. E sappiamo anche bene come gli uomini di molti paesi mediorientali dichiarino pubblicamente la fedeltà ai loro principi, per poi peccare in privato quando sono in trasferta.
LIMITI - Il rischio occidentale di una deriva culturale sesso-centrica non è superiore al rischio opposto, di derive sessuofobiche. In entrambi i casi con le conseguenti violenze, sfruttamenti, prevaricazioni. Noi siamo fatti come siamo, e ci piace essere così. Apprezziamo le culture diverse dalla nostra, cerchiamo di conoscerle meglio, certamente le rispettiamo. Ma pretendiamo rispetto, e di poter fare a modo nostro quando siamo a casa nostra. Birra, salsicce, donne poco vestite – del resto anche i calciatori sono giovanotti poco vestiti, certamente apprezzati dal pubblico femminile. A volte ci lasciamo imporre, o peggio ci autoimponiamo limiti culturali… è questa una forma di demenziale decadenza, un desiderio di espandere i mercati verso paesi con culture diverse, o entrambe le cose, o altro? Quei limiti vengono dall’interno della nostra cultura o dall’esterno? Paradossalmente, il timore di offendere gli appartenenti a culture altre rispetto alla nostra si sposa bene con certi principi vetero-femministi e con quelli del politically correct.
QATAR - Ci sarebbe certamente piaciuto goderci la finale del Mundial, divano, pizza (al prosciutto o con salame piccante) e birra, e inquadrature sulle bellezze francesi e croate, magari poco vestite, che certamente si dimenavano sugli spalti. E invece niente. Niente paura, signori della FIFA: ai prossimi mondiali del Qatar vedremo tifoserie in gran parte maschili, e talk show pre-post partita con omaccioni barbuti e poche donne, certo affascinanti ma ben velate. Dobbiamo sicuramente avere tolleranza zero verso la violenza sulle donne, ogni forma, dalla minima alla più grave. E punire severamente chi si macchi di crimini di questo tipo. E però dobbiamo poter mantenere le libertà faticosamente conquistate, inclusa quella di interagire tra i sessi in relativa libertà, nei limiti del rispetto dell’altra parte.
RESPONSABILITÁ - Vogliamo Catherine Deneuve santa subito, dopo che ha preso posizione contro ogni demonizzazione del corteggiamento – che quasi necessariamente comporta lo spingersi vicino al limite, da ambo le parti, e sempre con qualche rischio di esagerare. Basta non esagerare. Anche la carne di maiale, se consumata in eccesso produce colesterolo che produce gravi patologie cardiovascolari; ed è di oggi che la UE vorrebbe far applicare un warning sul Parmigiano Reggiano, per via del contenuto elevato di sale e di grassi. Bah… Ci rendiamo conto che ogni libertà richiede responsabilità: “bevi responsabilmente”, “fuma, se proprio devi, responsabilmente”, “non far tardi la sera se al mattino devi lavorare” ecc. E così la libertà culturale e di condotta in tema sessuale: soprattutto noi uomini dobbiamo essere responsabili nel godere di questa libertà, e del gioco che nasce tra i sessi.
LIBERTÁ - I reati vanno repressi senza pietà, ma proprio perché possa continuare a esistere il gioco libero e gioioso che abbiamo faticosamente conquistato attraverso i secoli. Non vogliamo perderlo; e nemmeno le nostre donne, che amiamo e rispettiamo, così come sono: belle e libere. Non ci interessa rinchiuderle in casa e siamo disposti anche ad accettare il “rischio” che qualcun altro le ammiri. Il calcio globale può trovare le sue soluzioni a certi problemi culturali: per esempio utilizzando solo le telecamere che inquadrano il campo o comunque utilizzando operatori specifici per i canali destinati a paesi con culture diverse dalle nostre.
A noi lasciate il calcio e lo spettacolo così come li conosciamo da sempre, e come in fondo piacciono a tutti: uomini e donne, di ogni paese.
CAMBIARE CANALE - Non credo nemmeno che escludere una parte del tradizionale spettacolo sportivo cui siamo abituati porti vantaggi economici: in tutto il mondo continueranno a guardare il calcio in TV. E il mostrare qualche bella ragazza sorridente non è nemmeno offensivo per le donne, così come non è offensivo per un cinquantenne con regolamentare pancetta che si mostri in mondovisione la tartaruga di Ronaldo. Chi non è d’accordo o non si diverte può sempre cambiare canale. Crediamo che la FIFA abbia sbagliato. Basta con certi atteggiamenti deboli, stupidi, ipocriti.
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