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Dzeko Unchained: il bosniaco in Champions League è scatenato

Edin Dzeko si gode la notte più bella della stagione. Gol decisivo, espulsione causata e un'altra prestazione maiuscola per il bosniaco, che esce tra gli applausi del pubblico da conquistatore.

Francesco Cavallini

E alla fine, strano ma non troppo, tocca proprio a lui portare la Roma ai quarti di finale. Edin Dzeko, che a fine gennaio sembrava destinato al grigio cielo di Londra, si gode la notte più bella della stagione con ancora addosso la maglia giallorossa. Gol decisivo, espulsione causata e un'altra prestazione maiuscola per il bosniaco, che esce tra gli applausi del pubblico da conquistatore. E attorno a lui si stringe a fine partita tutta la squadra, che quando ha sofferto si è aggrappata alla sua roccia, che come contro il Napoli appena ha avuto la possibilità ha colpito al momento giusto, sfruttando un'occasione creata magistralmente da Strootman.

Dzeko uomo Champions della Roma

E con questo gol, che vale doppio (come del resto è in realtà), Dzeko si porta a quattro reti e due assist (tre, se si considera la rete di Perotti contro il Qarabag, nata da un tiro del numero 9) negli otto match di Champions League in questa stagione. C'è quindi il suo zampino in tutte le partite, in 7 degli 11 gol stagionali della Roma nella massima competizione, esclusa la sconfitta al Wanda Metropolitano contro l'Atletico. E quando l'asticella si è alzata, come a Londra o nella serata da dentro o fuori dell'Olimpico, il Cigno di Sarajevo si è preso sulle sue larghissime spalle la squadra e l'ha portata dove lui stesso non era mai arrivato e dove la Roma non si presentava da ormai dieci anni.

Rete decisiva, ma anche l'espulsione causata

La rete, la prima per Dzeko nelle fasi ad eliminazione diretta della Champions, è paradossalmente poco da Dzeko, perchè arriva su una verticalizzazione no-look perfetta di Strootman che coglie disordinata la linea dello Shakhtar, fino a quel momento molto ben piazzato in campo, e lancia il bosniaco verso Pyatov. Il numero nove tocca la palla delicatamente, quanto basta per superare il portiere ucraino e mandare in visibilio l'Olimpico. L'uno a zero basta alla Roma, ma c'è da soffrire. E se i giallorossi soffrono meno è merito del secondo colpo da maestro dell'attaccante, che nonostante i crampi passa alle spalle di Ordets, scatta verso la porta e costringe l'avversario ad abbatterlo e l'arbitro a mostrare il rosso. Alla fine il triplice fischio trova la squadra e il pubblico, partecipe in ogni attimo, ad abbracciare idealmente il bosniaco. Che è rimasto a Roma, parole sue, anche per giocare partite del genere.

Lo Shakhtar spinge, ma Alisson non si sporca mai i guantoni

La Roma soffre, perchè l'1-0 non è esattamente una garanzia, ma è anche vero che Alisson non si sporca mai i guantoni, a differenza delle partite precedenti quando, nonostante le vittorie, il portierone brasiliano ha dovuto dare il suo contributo, risultando decisivo. E confermando la fiducia incondizionata al proprio bomber, i giallorossi hanno spesso e volentieri saltato il centrocampo, puntando sulle sponde di Dzeko o sugli scatti sul filo del fuorigioco di Perotti e Under. Lo Shakhtar si è innervosito dopo il gol subito e dopo l'espulsione, con il brutto episodio di Ferreyra che spintona un raccattapalle per recuperare un pallone e meriterebbe più del giallo che rimedia. Alla fine comunque l'organizzazione della Roma, compatta e concentrata, paga e con gli interessi. Venerdì Di Francesco e i suoi conosceranno i propri avversari ai quarti di finale, ma nel frattempo si godono un risultato straordinario. Come il bomber giallorosso, che è tornato ad essere il Dzeko scatenato che ha già fatto sognare la Curva Sud.