La sosta per le amichevoli delle nazionali dà sempre molti spunti di riflessione: si può notare un giocatore che non si conosceva; si possono sostenere i propri beniamini di club vedendoli rendere meglio o peggio e ci si può anche arrabbiare per un infortunio più o meno grave riportato da un giocatore della propria squadra del cuore. Già, perché una volta finita l’amichevole che vede come una delle due protagoniste la propria nazionale, si ricomincia a pensare ai club. Ma la quasi totalità dei campionati sono fermi e quindi ci si informa sulle altre amichevoli internazionali per i suddetti motivi. Certo, per i giocatori la chiamata in nazionale è qualcosa di troppo importante per poter curare gli interessi di un club, magari richiedendo un minor minutaggio o di giocare ad intensità ridotta: per la propria bandiera si dà il massimo. E poi c’è qualcuno che in questi giorni si è fatto notare per aver dato ancora di più del massimo, per aver vissuto un turbinio di emozioni molto particolare meritandosi, almeno mediaticamente, una medaglia al valore sia dal club che dalla sua nazionale, l’Irlanda.
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La… 24 ore di Colin Doyle, prima la Nazionale e poi la League One
La sosta per le nazionali regala la storia di Colin Doyle, portiere irlandese chiamato al doppio lavoro tra nazionale e club. Due voli e altrettante partite in 24 ore per l'estremo difensore.
Colin Doyle, professione portiere
Questo eroe si chiama Colin Doyle, nato a Cork, nel sud dell’Irlanda nel giugno di trentatré anni fa. Con le sue mani e il suo metro e novantasei è solito proteggere lo spazio compreso tra pali, prato e traversa per il Bradford City, squadra di League One inglese, ma in passato ha giocato anche per Birmingham City, Nottingham Forest e Millwall. Venerdì 23 marzo ha avuto l’onore di scendere in campo per la seconda volta in carriera con la sua nazionale, a difendere la porta una volta affidata al leggendario Shay Given. Nelle gerarchie per la difesa dei pali della nazione di San Patrizio Colin non è considerato il primo, ma gli impedimenti di Randolph, Westwood ed Elliot gli hanno permesso di tornare a mettere i propri guantoni al servizio della patria dopo undici lunghi anni dal suo esordio.
PRIMA LA NAZIONALE IN TURCHIA...
Ma non è tutto qui: il (non ancora) trentatreenne ha giocato i novanta minuti di venerdì in amichevole contro la Turchia ad Antalya, disputando una discreta gara, guidando la difesa con il carattere che non ci si aspetta da un giocatore sì esperto, ma alla seconda chiamata in verde-trifoglio. Purtroppo, Colin un goal l’ha preso, da Topal, e i suoi compagni non sono riusciti a rimediare. Pazienza, si proverà a portare a casa il clean-sheet la prossima volta, magari tra meno di undici anni, ma ora ci si va a riposare.
...POI IL BRADFORD
E invece no, perché l’insaziabile e determinato guantone irlandese è salito sul primo aereo (con tanto di scalo) diretto verso la terra d’Albione per andare a mettersi a disposizione dell’altrettanto suo Bradford City contro gli avversari del Gillingham. Nell'incontro, disputato neanche ventiquattro ore dopo quello della nazionale, è riuscito a mantenere inviolata la propria porta prendendosi gli applausi non solo dello stadio, felice anche per la vittoria del Bradford, ma anche della comunità sportiva del web. Complimenti a questo ragazzo.
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