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Mediapro, la Lega e l’Antitrust: il tira e molla infinito sui diritti TV

Di Francesco Paolo Traisci. L’Antitrust ha sciolto la riserva sull’assegnazione dei diritti audiovisivi dei prossimi 3 campionati di Serie A a Mediapro, confermandola, ma con paletti che dovrà rispettare nella gestione dei diritti che si è...

Francesco Paolo Traisci

"Perfettamente nei tempi, anzi in anticipo, l’Antitrust ha sciolto la riserva sull’assegnazione dei diritti audiovisivi dei prossimi 3 campionati di Serie A a Mediapro. Nulla di nuovo, nulla di imprevisto, tutto secondo copione… Ma l’impressione è che siamo solo all’inizio.  Fra i possibili scenari che avevamo configurato, l’Authority ha scelto quello più prevedibile, la conferma dell’assegnazione con delle indicazioni, ossia dei paletti, che l’assegnatario, Mediapro, dovrà rispettare, nella gestione dei diritti che si è aggiudicato. Si tratta di prescrizioni, del tutto prevedibili, ma che Mediapro ora sembra non voler o non potere accettare, rischiando di rimettere in discussione tutta l’assegnazione.

Due punti da rivedere tra Mediapro e Lega Calcio

"Infatti, con una lettera inviata alla Lega ed al suo advisor, Infront, ha preannunciato la volontà di aprire con la Lega un tavolo di riflessione. Due i punti fondamentali del provvedimento dell’Authority che Mediapro vorrebbe rimettere in discussione trovando l’appoggio della Lega.

Il ruolo di Mediapro: intermediario e non operatore...

"Il primo riguarda la figura ed il ruolo che svolge e che deve continuare a svolgere la società di proprietà spagnola. L’Antitrust è sicura che attualmente Media Pro Italia sia un intermediario indipendente e specifica bene cosa debba intendersi con intermediario indipendente. Un soggetto che non sia operatore della comunicazione, ossia quel soggetto che, ai sensi dello stesso Decreto Melandri ha “la responsabilità editoriale  nella predisposizione dei programmi televisivi o radiofonici e dei relativi programmi-dati destinati, anche su richiesta individuale, alla diffusione anche ad accesso condizionato su frequenze terrestri in tecnica digitale, via cavo o via satellite o con ogni altro mezzo di comunicazione elettronica e che è legittimato a svolgere le attività commerciali ed editoriali connesse alla diffusione delle immagini o dei suoni e dei dati relativi all’evento, nonché il soggetto che presta servizi di comunicazione elettronica”. La chiave è dunque l’assunzione di una responsabilità editoriale che ai sensi del Decreto Legislativo 31 luglio 2005, n. 1774 , ossia del famoso “Testo unico dei servizi di media audiovisivi e radiofonici” (“TUSMAR”), che è definita come “l’esercizio di un controllo effettivo sia sulla selezione dei programmi, ivi inclusi i programmi-dati, sia sulla loro organizzazione in un palinsesto cronologico, nel caso delle radiodiffusioni televisive o radiofoniche, o in un catalogo, nel caso dei servizi di media audiovisivi a richiesta”. Responsabilità che quindi è fondamentalmente la scelta dei contenuti dei singoli programmi (e in generale dei contenuti audiovisivi) e organizzazione in palinsesti e cataloghi, attività tipica dell’operatore della comunicazione, che colui che fornisce direttamente contenuti multimediali.

...e quindi niente canale della Lega

"Oggi quindi Mediapro è un mediatore e non un editore. Ma l’Antitrust ha annunciato che verificherà che con il tempo l’intermediario non assuma alcuna responsabilità editoriale, che non si trasformi in operatore della comunicazione. Quindi niente Canale della Lega gestito da Mediapro! La Lega stessa ha assicurato di aver accantonato il progetto e l’Authority l’ha avvertita di non riprenderlo, minacciando di intervenire “laddove in sede di concreto svolgimento dell'attività di intermediario indipendente e di assegnazione delle sub-licenze agli operatori della comunicazione, la Lega Calcio e l'intermediario non si attengano alle indicazioni prescritte”. L’Antitrust ha infatti precisato che l’assegnazione con un asta dedicata agli intermediari indipendenti non è avvenuta in violazione delle regole della concorrenza e della tutela dei consumatori, perché “l’assegnazione al predetto intermediario è avvenuta dopo che gli operatori della comunicazione sono stati posti nella condizione di competere per l’acquisizione dei diritti audiovisivi per il triennio 2018/2012”, ma anche che l’intermediario non può aggirare le restrizioni, che invece sono previste per gli operatori della comunicazione e che quindi deve continuare a comportarsi come tale. Ma Mediapro pare non voler rinunciare a questo progetto e starebbe cercando di rimettere in discussione l’alto là dell’Antitrust.

Le prescrizioni del decreto Melandri e l'impossibilità di cambiare i pacchetti

"Punto secondo: per l’Autority, Mediapro dovendo continuare a comportarsi come un mediatore e non come un broadcaster, dovrà, nello svolgimento della sua attività di rivendita dei diritti audiovisivi, seguire le prescrizioni dell’art. 11 del Decreto Melandri: che afferma “L’intermediario indipendente assegnatario dei diritti audiovisivi è tenuto a sub-concedere in licenza i diritti stessi senza modificare i pacchetti e con modalità eque, trasparenti e non discriminatorie, nel rispetto dei principi contenuti nel presente decreto e nelle linee guida di cui all’articolo 6 in materia di assegnazione dei diritti audiovisivi”. Queste le specifiche e lapidarie parole del Garante.

"Secondo una lettura ampiamente condivisa che Mediapro tramite i suoi legali sta cercando di mettere in discussione, l’intermediario dovrà provvedere a rivendere i pacchetti senza poterli modificare agli operatori della comunicazione interessati che li trasmetteranno nelle rispettive piattaforme. Dovrà quindi limitarsi ad offrire i 5 pacchetti a suo tempo preconfezionati da Infront per conto della Lega. I famosi pacchetti A, B, C, D1 e D2, così come specificati nell’allegato 9 dell’invito ad Offrire del 6 gennaio 2017.   

"Ma a nessuno (e l’impressione è che nemmeno agli spagnoli) è chiaro come Mediapro possa rientrare dei costi dato che Sky, Mediaset, Perform, Tim e Italia Way, nell’asta riservata ai broadcaster, hanno offerto complessivamente non più di 760 milioni di euro. L'impossibilità di modificare i pacchetti, a meno di non rimettere in discussione l'intera asta, lascia margine di guadagno assai ristretto per l’intermediario, rischiando di trasformare quello che credeva un affare in un clamoroso bagno di sangue. Anche su questo punto sembra che Mediapro voglia riaprire i giochi, cercando l’appoggio della Lega.

Mediapro vorrebbe cambiare le carte in tavola

"La sensazione è infatti quella che, prima di mettersi a tavolino con i vari operatori della comunicazione che hanno cercato di aggiudicarsi direttamente i pacchetti e di coinvolgerne altri, Mediapro cerchi di cambiare le carte in tavola per uscire dall’angolo in cui si è messa.  Si deve essere resa conto che nelle dichiarazioni pubbliche tanto Mediaset quanto Sky hanno affermato di non essere disposte ad alzare di molto le proprie offerte rispetto a quelle fatte a suo tempo per la partecipazione all’asta degli operatori della comunicazione. Asta che non andò a buon fine perché l’offerta complessiva era stata ben al di sotto del minimo richiesto, anche se alcuni pacchetti avevano superato la base d’asta. E’ chiaro che Mediapro contava sulla consapevolezza che il rischio non poter trasmettere le partite, core business nell’offerta di entrambi, avrebbe potuto dare una forte scossa ai ricavi di ciascuno, ma forse si è resa conto che entrambi hanno dei vincoli di bilancio che non consentono di offrire molto di più. Mediapro si è forse resa conto che il gioco a ribasso nell’asta non era solo un bluff e che non sono materialmente in grado di accontentarlo nell’offerta …

"Mediapro si è forse resa conto anche che i suoi piani di vendere meglio i diritti per le piattaforme internet, ossia il pacchetto C e quello misto D, coinvolgendo amici e vecchi partner in affari e sfruttando i rapporti della società madre spagnola non sono facilmente realizzabili. Riuscirà anche in questo caso a migliorare le offerte fatte a suo tempo (da Sky stessa) e ritenute troppo basse, o a trovare altri acquirenti?  Anche in questo caso deve aver realizzato che la strada pare in salita.

Il problema è la suddivisione dei pacchetti...

"Ed è per questo che a Mediapro sta esplorando la possibilità di modificare i pacchetti. Sul punto trapelano indiscrezioni secondo le quali sono i pacchetti così come sono stati predisposti a non essere piaciuti in particolare a Sky e Mediaset. Il frazionamento delle partite di 8 squadre nei pacchetti A, B e C (rispettivamente per satellitare, digitale terrestre e internet) e D (tutti i diritti, su qualsiasi piattaforma compreso internet, per le restanti 12) se effettuato nell’ottica di evitare l’esclusiva del campionato per ogni piattaforma, e quindi posizioni di monopolio e relativi abusi a danno soprattutto del consumatore, non consente a nessun operatore di formulare un’offerta concretamente appetibile per gli spettatori che, per vedere tutto il campionato sulla piattaforma di loro scelta, dovrebbero sottoscrivere almeno due abbonamenti. Tanto che la stessa Sky ha puntato tutto sul pacchetto A e sul C (ossia satellitare e internet di 4 fra le prime 5, due fra le 5 successive, 1 fra le ulteriori 7 ed una neopromossa, a sua scelta), mettendo invece una fiche minima sui pacchetti D, relativi alle altre 12 squadre.

"Secondo alcuni quindi l’unica possibilità potrebbe essere quella delle esclusive (ossia tutto il campionato per ogni piattaforma), così come peraltro manifestato già da alcuni Broadcaster. In base alle ricostruzioni di alcune testate giornalistiche infatti pare che Sky abbia inviato una missiva al commissario di Lega Giovanni Malagò sul potenziale incasso raggiungibile - circa 1 miliardo di euro - se la strategia di cessione diritti prediligesse le esclusive rispetto al tema delle piattaforme.

...modificabili, ma previa autorizzazione dell'Antitrust

"Ma è possibile modificare i pacchetti? Sicuramente, come peraltro affermato dalla stessa Antitrust, ai sensi dell’art. 7, comma 6, se finalizzata ad una migliore commercializzazione dei diritti, ma con la necessità di chiedere una nuova autorizzazione alla stessa Authority. Il che comporterebbe la decorrenza di un ulteriore termine di 60 giorni per il suo pronunciamento. Secondo alcune indiscrezioni i legali di Mediapro sarebbero sicuri che la modifica sarebbe possibile anche senza tale parere. Non riusciamo però a capire da cosa traggano questa convinzione, atteso che nel dispositivo del provvedimento stesso viene specificamente la procedura per questa modifica. Ma staremo a vedere! 

"Riusciranno gli spagnoli a trovare una soluzione per uscire dall’angolo in cui si sono messi chiedendo, negoziando ed ottenendo l’assegnazione dei diritti audiovisivi per i prossimi 3 campionati di serie A partecipando all’asta riservata agli intermediari? Chissà, ma gli spettatori possono cominciare ad essere pessimisti: l’inizio del prossimo campionato è sempre più vicino e non si vede ancora la luce in fondo al tunnel!