Bere birre non è un problema. La questione dei diritti umani ha gettato un'ombra sul torneo e Dier, che in conferenza stampa ha sottolineato che la decisione di assegnare la Coppa del Mondo al Qatar non ha nulla a che fare con giocatori e allenatori, si è sentito in dovere di saperne di più sulla situazione nel paese ospitante nazione.
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Dier: “Ci si può divertire anche senza alcolici. Qatar? Sceglie chi è in alto ma poi fate le domande a noi”
DIFFICILE
—Il calciatore del Tottenham, come riportato dalla BBC, si sente in difficoltà nel ritenersi responsabile di quanto accade: "È molto difficile per i giocatori essere in conferenza stampa, siamo consapevoli che verranno affrontati argomenti a volte estranei allo sport. La realtà è che non abbiamo assolutamente voce in capitolo su dove giocare, né abbiamo alcuna influenza su queste decisioni. La Coppa del Mondo che è stata assegnata al Qatar nel 2010. All'epoca avevo 16 anni. Si tratta un ogni caso di decisioni e scelte prese da persone molto al di sopra di noi, ma alla fine sono i calciatori a dover rispondere a questo tipo di domande. Trovo tutto questo piuttosto deludente. Personalmente porto i valori che mi sono stati dati dalla mia famiglia".

DIPLOMATICO
—Le controversie hanno smorzato l'entusiasmo di Dier. "In queste settimana prima del mondiale non si è praticamente parlato di calcio, ma non possiamo nasconderci. I problemi esistono e sarebbe sbagliato ignorarli. Quanto alle leggi locali, mi piacerebbe pensare che comunque ci si possa divertire anche senza bere alcolici. Credo che sia il compito di ogni squadra del torneo giocare un calcio emozionante e coinvolgente. So di essere considerato uno dei calciatori con potenzialità da percorso federale ma ho 28 anni e ancora tanto tempo per giocare. Di certo sono interessato a restare nel calcio. È la mia passione, ma non sono molto interessato alla politica. Non so se sia in grado di avere le risposte giuste per tutti i problemi, credo sia fondamentale che il calcio sia nelle mani giuste e curato nel modo giusto perché significa tanto per così tante persone".
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