L'esordio, per Luigi Di Biagio, è ormai vicino; di demoni attorno ce ne sono e non pochi. Per usare un'espressione tipica del linguaggio politico degli ultimi decenni, ci saranno da sanare le lacune lasciate dal precedente governo: quelle che gravano sul morale dei giocatori, le faglie createsi in seno alla federazione e infine le voragini nei conti. Non che Di Biagio debba accollarsi in prima persona tutte queste pratiche ma comunque la sua parte in commedia sarà più che determinante per cercare di dare una svolta a questa situazione di stasi, e anzi, guardandola con una visione d’insieme della storia calcistica italiana, potremmo parlare di quella attuale come una situazione drammatica. Specie per ciò che riguarda i conti, tutto ciò che si è detto in merito alle pesanti perdite economiche della FIGC per la mancata qualificazione ai campionati del mondo è vero: Di Biagio non può fare nulla per recuperare quei fondi, ma può cominciare a mettere da parte qualche piccolo risparmio per poterlo investire già dalle qualificazioni per i prossimi europei: in caso di qualificazione ai campionati continentali la situazione sarebbe simile ad infilare la frittata, pezzo per pezzo, nel guscio delle uova frantumate. Ma torniamo a noi, l’esordio.
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L’esordio azzurro di Di Biagio: Gigi, stai sereno!
Tutto è pronto per l’amichevole tra Italia e Argentina: i ragazzi ci sono e l’allenatore pure. Piuttosto, per Di Biagio è il primo test e l’esordio non è mai facile per nessuno… o quasi. Vediamo i precedenti.
GLI ESORDI DI DI BIAGIO...
C’è da dire che l’esordio in nazionale di Di Biagio, almeno quello da giocatore, è andato benissimo: un secco 3-0, sempre in amichevole ma contro la Slovacchia contro la quale si porta a casa anche un bel 4-1 nel suo esordio sulla panchina degli azzurrini nell’ormai lontano 14 agosto 2013. Peccato che stavolta l’avversario si chiami Argentina e che degli ultimi cinque allenatori azzurri solo uno sia riuscito a portarsi a casa un successo alla prima assoluta.
… E QUELLI DEI PREDECESSORI
Ad esempio, tutti ricordano Marcello Lippi come un allenatore vincente per ovvie ragioni (luglio 2006) ma anche il senatore azzurro al suo esordio sull’italica panchina ha visto la vittoria finire nelle tasche avversarie: era il ventiquattro maggio 2004 e l’amichevole tra Italia e Islanda finiva due a zero per i vichinghi. Donadoni, nonostante sia stato una colonna delle nazionali di Vicini e Sacchi, è riuscito a fare anche peggio: non solo ha perso, sempre 2-0, la prima amichevole con la Croazia nell’agosto del 2006 ma è riuscito ad uguagliare il record della leggenda romanista Fulvio Bernardini del 1974, ossia, tre sconfitte nelle prime tre partite ufficiali. Prandelli anche, dopo il nuovo tentativo di Lippi del mondiale 2010, ad agosto perde alla prima uscita in amichevole contro la Costa d’Avorio di Gervinho e Touré, sarà stata colpa dell’addio alla nazionale di capitan Fabio Cannavaro?
L’ILLUSIONE E LA RICADUTA
Dopodiché arriva Conte. Anche l’attuale allenatore dei Blues inizia la sua esperienza sulla panchina azzurra con un 2-0, ma stavolta il risultato è positivo contro un’Olanda già in parte scricchiolante. Ma prima che il suo contratto biennale avesse fine, Conte già era promesso sposo del Chelsea e la panchina della nazionale già si adattava a Giampiero Ventura. Il neo-esonerato ct prosegue la poco positiva tradizione: il primo settembre 2016 esordisce in amichevole contro la Francia prendendo tre goal e riuscendo a farne (fare) uno solo.
Considerando l’avversario e la situazione attuale, per dare un tocco di colore e novità si potrebbe optare anche per un pareggio ma la morale della favola è: forza, Mister Gigi, a prescindere dal risultato fai il tuo lavoro in tutta serenità e anche se non dovesse andar bene l’esordio non tutto è perduto, per informazioni chiedere a Lippi.
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