Anno 2010, prima e unica vittoria in Coppa del Mondo della Spagna. Vicente del Bosque ha ricordato su Eurosport le emozioni e le sensazioni legate a quel periodo.

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Storie di Campioni: Del Bosque e il 2010: “Mi tremavano le gambe, sapevamo di avere una grande occasione”
SUDAFRICA
Un anno indimenticabile. La migliore generazione della Spagna in cima il mondo: da favorita, rispetta il pronostico ma anche per un tecnico navigato come Del Bosque non è stato facile gestire la prima finale di una coppa del mondo. "Ricordo di essere stato un fascio di nervi con tremori alle gambe durante la finale. È molto difficile mantenere la calma perché in quei tipi di momenti puoi controllare davvero poco delle reazioni che ha il tuo corpo. Questi anni sono passati molto rapidamente. Ma tutto cambia molto rapidamente e in breve tempo. Basti pensare a questi tre anni che hanno cambiato radicalmente la nostra vita".

INDIMENTICABILE
Il commissario tecnico non ha particolari nostalgie. "Il calcio mi piace e lo seguo con lo stesso entusiasmo di sempre. Però quando sono andato in pensione da calciatore, non desideravo ardentemente il campo ed è quello che mi è successo anche da allenatore". Il ricordo però resta indelebile. "Non ci siamo mai considerati come potenziali vincitori, ma abbiamo avuto la sensazione che avremmo fatto cose importanti in quel torneo. È molto difficile diventare campione del mondo. Certamente sapevamo di avere una grande opportunità. La precedente vittoria all'Europeo, la generazione di giocatori e il sistema di gioco che avevamo erano gli ingredienti che hanno suscitato quel trionfo".
STELLE
Anche allenare una squadra di stelle ha aiutato: difficile scegliere il migliore. "Sono stato fortunato ad allenare tanti campioni. Mi sarebbe piaciuto avere la condizione fisica di Roberto Carlos, o la classe e la personalità di Ronaldo, Zidane, Hierro, Raúl, Redondo, ma gente come Busquets, Senna o Xabi Alonso sono esempi di quanto siano importanti e vitali i centrocampisti per una squadra".
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