De Vrij, la paura fa novanta. Anzi, può fare la Champions. Lo stato d’animo di un calciatore che si trova a dover scegliere tra fare il proprio dovere (e probabilmente sarà così) o rinunciare a giocare una partita, risulta paradossale. Il ragazzo è un professionista, ma la sua prestazione in ogni caso peserà. E di certo, non potendo essere equidistante, penderà per forza di cose da una parte. Sarà Lazio, che lo ha portato in Italia e lo ha aiutato a diventare grande, o l’Inter sua nuova squadra con tanto di certificazione contrattuale già depositata?
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De Vrij, la paura fa novanta: anzi, la Champions
Di Massimo Piscedda. Lo stato d’animo di un calciatore che si trova a dover scegliere tra fare il proprio dovere o rinunciare a giocare una partita, risulta paradossale. Cosa dovrebbe fare il povero De Vrij? Più giusto pensare al futuro o...
Ora il problema è fare i conti con le tifoserie, che non essendo tipicamente anglosassoni faranno pesare e di tanto un eventuale risultato negativo, in entrambe le possibili conclusioni. E quindi, cosa dovrebbe fare il povero De Vrij? Più giusto pensare al futuro o rispettare il presente? C’è da dire che questa situazione, come spesso capita, la crea l’entourage del calciatore, privo di qualsiasi rapporto umano, che getta nel tritacarne il proprio assistito senza dare nessun tipo di supporto, se non quello economico.
Pare già di sentire chi cura gli affari di De Vrij. “Non ti preoccupare vai in campo e gioca pensando che il prossimo anno triplicherai i guadagni”. È vero, ma proprio andare in campo è il vero problema. Vista l'importanza (sportiva ed economica) della posta in palio, l’Olimpico sarà certamente un inferno per chi dovrà giocarci in quelle condizioni. E questo aspetto l’agente non lo conosce o non lo potrà mai capire. Il calcio dei milionari è sicuramente un paradiso. Ma quando si vengono a creare queste condizioni l’altra faccia della medaglia diventa più complicata. Anzi, molto di più.
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