Nonostante non abbia rinnovato e il suo contratto scade a fine anno, la possibilità che Ousmane Dembélé possa tornare a giocare con il Barça è molto più che... una possibilità. Xavi non lo ha convocato per motivi di opportunità legati a una possibile cessione ma il tecnico non ritiene sensato lasciarlo in panchina e in tribuna rinunciando a priori al suo talento. E Dani Alves, sebbene abbia pagato la permanenza del francese con l'esclusione dalla lista UEFA, ritiene che sia giusto sfruttarne le potenzialità.

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Dani Alves: “Dembélé deve giocare. Io fuori? Xavi sa cosa penso, accetto la scelta sono qui per aiutare”
L'esterno brasiliano non alimenta polemiche.
OK - In una intervista rilasciata a Movistar, l'esterno brasiliano, 44 titoli in carriera, parla dall'alto della sua esperienza. "Stiamo cercando di riportare il Barcellona nelle posizioni che le competono, cercando di creare un ambiente sano e positivo, dove non ci siano elementi che possano generare negatività. Un clima pesante nello spogliatoio non aiuta a crescere. Non serve cospirare. Occorre piuttosto trovare unità di intenti e impegnarsi individualmente in funzione del collettivo. L'obiettivo di tutti è che il Barcellona risalga la classifica e sia competitivo per vincere. E questo è un obiettivo perseguibile solo a patto che si generi armonia all'interno dello spogliatoio".

OUT - In questo senso, anche l'esclusione dalla lista UEFA, per quanto difficile da digerire per il calciatore più vincente di sempre, diviene sopportabile. La ragion di squadra va anteposta alle ambizioni. Anche se evidentemente la scelte di Xavi non gli è piaciuta. "Xavi sa cosa penso al riguardo. Avrei voluto far parte della lista ma eravamo quattro giocatori in lista per tre posti ed era necessaria una scelta. E in ogni caso io sono un dipendente del club. Sono qui per aiutare, fornire il mio contributo e cercare di alzare il livello di competitività all'interno del gruppo. Per quanto mi riguarda devo restare concentrato sul campo e continuare a trasferire alla squadra la mentalità vincente. E se questo significa restare fuori, va bene. Sono delle fasi della carriera e della vita di un calciatore, occorre saperle accettare. Non mi lascerò trascinare nel vortice della negatività".
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