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Da Spalletti a Marchisio, lo Zenit parla italiano

Redazione Il Posticipo

Il simbolo dell’Italiano all’estero allo Zenit. Ha visto passare un po’ tutti, tranne il suo “erede” Marchisio. In sette anni a San Pietroburgo, il difensore napoletano ha lasciato un ricordo indelebile. Impressionante, l’addio dei tifosi in occasione del suo ultimo match. Un tributo di quaranta minuti per chi, nel suo piccolo, ha scritto la storia del club: due campionati russi, una Coppa Nazionale e Due Supercoppe. In totale 224 presenze condite anche da 20 reti, non male per uno che di mestiere non è esattamente un attaccante.