Prima uno striscione, rigorosamente in rossonero. Poi sono volate mazzette di dollari.Ovviamente finti, mica veri come quelli con cui le società europee potrebbero riempirgli le tasce. Gigio Dollarumma, pardon, Donnarumma non sembra averne risentito e nel secondo tempo del match contro la Danimarca si è anche esibito in qualche specialità della casa. Eppure il caso è emblematico. Siamo in Polonia, 1300 km, metro più, metro meno, da Milano. Non c'è di scena la squadra rossonera, ma l'Under-21 azzurra. E nonostante tutto ciò, dei tifosi del Milan al seguito della nostra Nazionale hanno voluto mostrare al loro (ex?) portiere tutta la delusione per il mancato rinnovo del contratto.Gigio non è il primo e non sarà l'ultimo a subire una contestazione. Nella maggior parte dei casi, però, i fischi e gli striscioni (i soldi finti sono un divertente optional) arrivano per le prestazioni in campo, che quando non vengono ritenute sufficienti bastano e avanzano per scatenare la rabbia di una tifoseria. Ma accade anche, seppure non di sovente, che qualcosa di detto, di fatto o di non fatto (come in questo caso) sia in grado di far rivoltare i supporter contro chi fino a qualche giorno prima magari era un idolo assoluto. Basti pensare alla parabola di DaniAlves, un mese fa eroe di Coppa Italia e ora parìa e indesiderato a Torino per via di qualche parola (social) di troppo.
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Non solo Dollarumma – Quando i tifosi contestano
Fischi, striscioni e tanto altro. È accaduto con Manfredonia e Icardi, ma anche a leggende come Paolo Maldini. Il rapporto tra giocatori e supporter è spesso complicato e rischia di creare profondi malumori ambientali.
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