Dall’Arsenal all’Arsenal, dall’Emirates a Stamford Bridge. Nel giro di 18 giornate Conte ha ammazzato il campionato, plasmando una squadra a sua immagine capace di staccare di 10-12 punti le inseguitrici. Con la vittoria di sabato sui Gunners ha ipotecato la Premier, proprio contro la squadra che all’andata aveva umiliato i suoi suggerendo il cambio di rotta; i blues persero 3-0, Conte non subiva uno scarto così netto da quando allenava il Siena in B. Decise di cambiare, proponendo anche in Inghilterra la difesa a 3. Da lì la striscia di 13 vittorie consecutive interrotta dalla sconfitta col Tottenham e altri 4 successi, di mezzo il pareggio contro il Liverpool. Numeri, qualità ed intensità di gioco che hanno fatto inchinare l’Inghilterra del calcio ad un altro profeta italiano. Come alla Juve, come in Nazionale, Conte ha fatto il meglio con quello che aveva, riuscendo a far rendere molti dei suoi al di sopra di ogni più rosea aspettativa e rivitalizzando calciatori reduci da stagioni sottotono. Certo, il Chelsea è una squadra forte ma forse ai nastri di partenza non valeva il City o lo United, o comunque le centinaia di milioni spese a Manchester in estate. Ora Guardiola è a -10, Mourinho a -15 ed entrambi faticano ancora a trovare la quadratura. Conte c’è riuscito presto, affidandosi a giocatori su cui nemmeno il tifoso più accanito avrebbe scommesso un penny.
Da Giaccherinho a Moses
Tanti i protagonisti inaspettati nel 3-4-2-1 del tecnico italiano. Che l’idea di affidarsi ai 3 dietro, in realtà, ce l’ha sempre avuta, a mancare erano gli uomini adatti. Allora via con Azpilicueta terzo in difesa e Moses a tutta fascia sulla destra. Sì, quel Victor Moses al Chelsea dal 2012 e sballottato qua e là in prestito per l’Inghilterra fino allo scorso anno. In estate doveva partire, non sono arrivate offerte. Dalla settima giornata è diventato padrone della fascia e non l’ha più lasciata, sfornando prestazioni sontuose: corsa, temperamento, assist e pure qualche gol, 4 tra campionato e Coppa d’Inghilterra. Il nigeriano era un esterno offensivo, Conte ha dato uno slancio alla sua carriera facendolo partire una ventina di metri dietro. Un po’ come fatto alla Juve con Giaccherini; il laterale napoletano arrivò come alternativa per il 4-2-4 pensato dal tecnico leccese, venne reinventato esterno basso col passaggio alla difesa a 3 e fu tra i protagonisti del primo scudetto del ciclo Conte. Ai giornalisti che gli chiedevano perché non lo togliesse mai rispondeva che se l’ex Cesena si fosse chiamato Giaccherinho avrebbe goduto di maggior considerazione. In estate poi, lo ha rispolverato in quel ruolo nell’Europeo francese. Tornando al Chelsea, il già citato Azpilicueta si è dimostrato un ottimo terzo di difesa, ha relegato in panchina un giocatore di ruolo come Ivanovic che a gennaio ha deciso di tornare in Russia. Sulla sinistra, l’ex viola Alonso sta disputando una stagione super; in estate sembravano davvero troppi i 28 milioni versati alla Fiorentina, ora è uno dei migliori 5 laterali sinistri al mondo. Quattro gol e due assist per lo spagnolo fino ad ora.
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