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Che fine hanno fatto i…”Pavones” del Real? Uno è diventato leggenda, due sono stati in carcere, gli altri…

Che fine hanno fatto i…”Pavones” del Real? Uno è diventato leggenda, due sono stati in carcere, gli altri… - immagine 1
Quando diventa presidente del Real Madrid, Florentino Perez non acquista solo fenomeni, ma pensa anche di sfruttare la cantera del Real, sognando di basare il club su "Zidanes y Pavones". Che fine hanno fatto quelle giovani promesse?

Francesco Cavallini

Quando a inizio nuovo millennio Florentino Perez ha preso il comando del Real Madrid ha cominciato a portare al Santiago Bernabeu diversi campionissimi. Il primo è stato Figo, che poi è stato seguito da Zidane, Ronaldo, Beckham e tanti altri, dando il via a un'era che alla Casa Blanca e in tutto il mondo è stata conosciuta come quella dei Galacticos. Ma in quel periodo l'idea di Perez non era solo quella di acquistare fenomeni, ma anche di sfruttare la sempre importante cantera del Real. Dunque, El Presi spiega che il club si deve basare su "Zidanes y Pavones", prendendo come esempio per il suo slogan proprio il transalpino e il difensore centrale Francisco Pavón.

Poca gloria per i Pavones

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Che fine hanno fatto gli...Zidanes lo sanno tutti. Ma i Pavones? Cosa hanno combinato nel pallone quei giocatori delle giovanili del Real lanciati tra il 2001 e il 2006? A ben vedere non molto, come racconta un interessante reportage di Marca. Basta pensare che solo uno è riuscito a crearsi una carriera importante alla Casa Blanca, tra l'altro tornando dopo aver lasciato il club da giovanissimo. Gli altri invece hanno avuto carriere abbastanza mediocri, a partire dallo stesso Pavon, che si è ritirato a trent'anni nel 2011. Non è andata meglio alla grande speranza delle Merengues, Javier Portillo. Il centravanti, che è anche passato in Italia alla Fiorentina, aveva segnato 700 gol nelle giovanili ma non si è saputo ripetere nel calcio dei grandi.

Tra carcere e leggenda

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E c'è anche chi è finito in carcere. Nel 2019 Raul Bravo è stato arrestato perchè considerato uno dei capi dell'organizzazione che truccava le partite in Spagna, poi sgominata con l'Operazione Oikos, per poi finire di nuovo sotto i riflettori in quanto accusato di aver assunto un killer per provare a uccidere l'ex compagno di squadra Darko Kovacevic. Assieme a lui nel caso Oikos ci è finito anche Carlos Aranda, che poi è stato di nuovo detenuto per una rete di coltivazione di marijuana. Ma chi è l'unico a cui è andata veramente bene? Alvaro Arbeloa, che ha lasciato il Real, ma poi si è fatto notare tra Deportivo La Coruña e Liverpool ed è tornato alla base nel 2009. Per lui c'è un posto importante nella storia del club, con un campionato vinto ai tempi di Mourinho e due Champions League, oltre che le vittorie con la nazionale in un mondiale e due europei. Dunque, a ben vedere, la filosofia del Real doveva essere "Zidanes y Arbeloas". Ma forse suonava male...