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Caso Castillo, il battesimo inguaia l’Ecuador: dalle prove cilene il calciatore risulta nato in Colombia!

Caso Castillo, il battesimo inguaia l’Ecuador: dalle prove cilene il calciatore risulta nato in Colombia! - immagine 1
Continua a fare scalpore in Sudamerica, con l'Italia in qualche maniera spettatrice interessata, il caso che riguarda Byron Castillo, che può costare la qualificazione all'Ecuador. E una delle prove presentate dal Cile può decidere la questione...

Redazione Il Posticipo

Continua a fare scalpore in Sudamerica, con l'Italia in qualche maniera spettatrice interessata, il caso che riguarda Byron Castillo. La presenza in campo del calciatore della nazionale dell'Ecuador nelle partite di qualificazione a Qatar 2022 rischia di costare davvero caro alla Tricolor, che si è qualificata direttamente ai mondiali ma ora potrebbe perdere tutto. Il Cile, che si è ritrovato fuori non solo dai posti per la qualificazione diretta ma anche dagli spareggi, ha infatti presentato un ricorso segnalando che il calciatore in questione non sarebbe ecuadoriano, bensì colombiano e nato anche tre anni prima rispetto ai documenti presentati dalla federazione dell'Ecuador. Un caso che potrebbe riscrivere la lista delle partecipanti ai mondiali in diversi modi.

CERTIFICATO DI BATTESIMO

E ora, tra le prove presentate dal Cile alla FIFA, ne spunta una che finora non era stata resa pubblica: il certificato di battesimo di Castillo. Che, almeno a giudicare da quanto dice l'avvocato brasiliano Eduardo Carlezzo, che rappresenta il Cile nel provvedimento aperto dalla federazione internazionale, è una prova abbastanza incontrovertibile. Come spiega AS, l'avvocato ha presentato il certificato di Castillo durante una conferenza stampa, facendo notare che il calciatore, dai documenti in suo possesso, risulta nato e battezzato a Tumaco, in Colombia. "I suoi genitori si sono sposati lì, lui è nato lì e lo hanno battezzato lì". Dunque, non a Playas, Ecuador. E il 25 dicembre 1996, non il 10 novembre 1998 come risulta invece dai documenti del giocatore del Barcelona SC.

TEMPI RISTRETTI

Insomma, il caso si infittisce, ma i tempi vanno contro il Cile. Lo spiega lo stesso Carlezzo in dichiarazioni riportate da TNTSports. "Posso dire con tutta sicurezza che se avessimo avuto più tempo, se per esempio avessimo presentato il caso a dicembre o a gennaio senza ancora i gruppi sorteggiati, non ho dubbi che avremmo avuto una decisione favorevole per il Cile". Ora però tutto è più complicato, ma le speranze di ribaltare il tutto ci sono. "Abbiamo portato tutte le prove alla FIFA, ma sappiamo che il mondiale è vicino". E lo sa anche l'Italia. L'idea (abbastanza improbabile) che gli azzurri possano essere ripescati dipende proprio da questo caso. Se la FIFA desse ragione al Cile modificando la classifica delle qualificazioni, sarebbe la Roja a volare in Qatar. Se invece fosse semplicemente escluso l'Ecuador già qualificato, la FIFA dovrebbe decidere cosa fare, con l'Italia prima delle non qualificate per ranking. Dunque, tutti gli occhi sul Sudamerica...