Fabio Cannavaro torna in Europa e non potrebbe esserci momento migliore: si gioca Italia-Spagna e lui, che ha fatto parte del Real Madrid dei Galacticos e che è stato il capitano dei campioni del mondo 2006, sa bene di che si parla. Ecco perchè AS lo intervista a poche ore dalla semifinale di Nations League.

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Cannavaro: “Sarà la solita partita: la Spagna tiene il pallone, l’Italia con una sola occasione fa due gol!”
Fabio Cannavaro torna in Europa e non potrebbe esserci momento migliore: si gioca Italia-Spagna e lui, che ha fatto parte del Real Madrid dei Galacticos e che è stato il capitano dei campioni del mondo 2006, sa bene di che si parla.
ALLENARE - Si parte dall'addio alla Cina. "Era ora di tornare e non per motivi economici: la situazione, con i protocolli anti-covid, era insostenibile. Sono stato mesi senza vedere la mia famiglia". Un'esperienza che però ha lasciato il segno. "Sono stato anni in un club forte, che giocava la Champions, e ho messo giù la mia idea di calcio. Le mie squadre sono offensive, abbiamo sempre segnato tanto, ma anche subito poco. Sono molto esigente". Le squadre dei sogni, ovviamente, nel cuore ci sono. "Napoli e nazionale italiana sono parte della mia storia e mi piacerebbe allenarle, ma la mia priorità è allenare in Europa: non mi chiudo nessuna porta".
REAL - Anche quella del Real? "Beh, certo. Sono ambizioso, non mi pongo limiti. A Madrid sono stato molto felice, in un club straordinario e in una città bellissima. Mi hanno aspettato tre mesi per motivi fisici, sono tornato e abbiamo vinto due volte la Liga". A quei tempi, Cannavaro ha avuto modo di conoscere alcune delle stelle del futuro dei Blancos. "Pepe mi dava del lei e mi chiamava 'Cannavaro'. Una volta, ed ero molto serio, gli ho detto 'guarda che mi chiamo Fabio'. Accanto a me c'era Marcelo che stava morendo dalle risate. Erano tutti giovanissimi, ma si vedeva che erano dei predestinati. Ho sempre paragonato Ramos a Maldini e alla fine ho avuto ragione io. Mi è dispiaciuto vederlo andare via dal Real". Ora è tornato Re Carlo... "Ancelotti nel suo primo Real doveva gestire parecchi campioni, ora ha una squadra forte ma una situazione anche molto più complicata". Come complicato è il momento del Barça. "Senza Messi, tutto è più difficile. L'allenatore sarà fondamentale, ho letto di Pirlo ma credo che chiameranno Xavi. Manca qualcuno che conosca i valori del club".
ITALIA-SPAGNA - L'argomento principale, però, non può che essere il match di Nations League. E Cannavaro ha un pronostico...scherzoso. "Mi aspetto la solita Italia-Spagna: la Spagna che tiene il pallone, l'Italia che con una sola occasione segna due gol!". A parte le battute, l'Italia arriva con la spinta di un Europeo vinto, un qualcosa di inatteso. "Non mi aspettavo il capolavoro di Mancini, sapevo che avevamo giovani molto forti e mi aspettavo che col tempo sarebbero cresciuti. Ma Roberto non ha dovuto aspettare". La Spagna invece ha un tecnico molto criticato... "Luis Enrique ha le sue idee e bisogna rispettarle, le sue squadre fanno sempre un bel calcio. Lo hanno criticato perchè non ha convocato Ramos, ma il fatto che ancora adesso Sergio abbia problemi fisici dimostra che aveva ragione lui". E poi, per finire, da Pallone d'Oro...a Pallone d'Oro. "Per i titoli vinti, Jorginho lo meriterebbe, ma non sarà semplice. Quando l'ho vinto io, Messi e Cristiano non c'erano". Ma chissà...
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