La Coppa d'Africa si avvicina alla sua conclusione e i padroni di casa del Camerun si giocano la semifinale più interessante, quella contro l'Egitto di Salah. Un match così importante che Samuel Eto'o, ex stella della nazionale ma soprattutto presidente della federazione camerunese, ha voluto lasciare un messaggio ai suoi calciatori per far capire loro quanto in campo giovedì sera ci sia molto di più di una semplice partita. Ma forse lo fa con la metafora sbagliata. Come riporta AS, l'ex centravanti dell'Inter e del Barcellona parla addirittura di "guerra". Il che, visto quello che sta succedendo nel paese e anche quello che è accaduto pochi giorni fa con i morti allo stadio di Yaoundè, fa arrabbiare molti.

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Camerun-Egitto, Eto’o parla di guerra e Queiroz si infuria: “Si è dimenticato dei morti allo stadio?”
La Coppa d'Africa si avvicina alla sua conclusione e i padroni di casa del Camerun si giocano la semifinale più interessante, quella contro l'Egitto di Salah. E le dichiarazioni prepartita aggiungono ulteriore pepe...
GUERRA - "Tutto quello che si è fatto finora deve avere la sua conclusione giovedì. Con la stessa mentalità, preparati, perché sarà una guerra. È così che dovete giocare, come se fosse una guerra. Non ci possiamo far sfuggire questa opportunità, è impossibile". Classica retorica calcistica, se non fosse che il contesto in cui Eto'o sprona così i suoi stride un po' con parole simili. E non manca il commento di Carlos Queiroz, che è il CT dell'Egitto e che già si è trovato Eto'o di fronte nella Liga, quando uno guidava il Real Madrid e l'altro faceva grande il Barcellona. "È un modo di mettere a fuoco il match molto poco adatto, soprattutto per il popolo del Camerun. Credo che si sia dimenticato che alcuni suoi connazionali giorni fa sono morti in uno stadio".
CARTELLINO ROSSO - L'attacco del tecnico portoghese non si ferma qui, con tanto di richiesta per la Confederazione Africana di un'inchiesta sulle dichiarazioni di Eto'o. "Fare dichiarazioni simili prima di una partita significa non aver imparato nulla quando giocava a calcio da professionista. I suoi sono commenti sbagliati, da cartellino rosso, il calcio non è guerra, è festa, allegria, felicità. Gli chiedo di correggere le sue parole, perchè non è questo il modo di giocare, questa non è una guerra. La guerra bisogna farla per evitare che la gente muoia di fame o alle porte di uno stadio". E la polemica, a un giorno dalla sfida decisiva, è già lanciata...
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