Ormai le nazionali hanno quasi tutte quante perlomeno un calciatore figlio di immigrati di seconda generazione, oppure qualcuno naturalizzato grazie a qualche vecchio parente o a una scelta di vita. Ma a qualcuno questo non piace...
In un mondo globalizzato, con confini sempre più aperti e meno definiti, persino il calcio si è dovuto abituare a cose che probabilmente ancora una trentina di anni fa sembravano incredibili. Ormai le nazionali hanno quasi tutte quante perlomeno un calciatore figlio di immigrati di seconda generazione, oppure qualcuno naturalizzato grazie a qualche vecchio parente o a una scelta di vita. E quindi si vedono scene abbastanza particolari, come l'ex inglese Tyias Browning che da un paio di anni si chiama Jiang Guangtai e gioca con la Cina, oppure il centrocampista Glen Kamara, che da figlio di genitori della Sierra Leone si ritrova a difendere i colori della Finlandia. Tutto ormai naturale quasi per tutti.
Stranieri e colore della pelle
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Ma a qualcuno la cosa continua a non piacere, come dimostrano le tante polemiche che stanno investendo il calcio bulgaro. Come riporta Balkan Insight, i commenti di Georgi Ivanov, direttore tecnico della federazione bulgara, stanno facendo discutere e non poco. Dopo un incontro con una squadra giovanile, Ivanov aveva detto la sua riguardo le naturalizzazioni e i calciatori di seconda generazione. E non sono state parole tenere. "Finchè io sarà direttore, un giocatore straniero, con un passaporto straniero o con un altro colore della pelle non giocherà. Non voglio che giocatori di altre nazioni rimpiazzino i giocatori bulgari. Alcune nazioni possono anche farlo, ma per me è una cosa irregolare". Neanche a dirlo, il dirigente è finito subito sotto il fuoco delle critiche.
Dimissioni e conferme
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Al punto che il presidente federale, Borislav Mihaylov, ha dato le dimissioni dopo le tante polemiche che sono venute fuori, ma poi ha deciso di...ritirarle. Forse anche perchè ha da affrontare a breve le elezioni, con l'ex centravanti del Manchester United Dimitar Berbatov che ha spiegato di essere intenzionato a concorrere per il suo posto. Di certo, la nazionale bulgara ha un problema. Dopo gli anni Novanta, quelli in cui la generazione di Hristo Stoichkov ha fatto sognare il paese, la selezione è crollata in un anonimato che ovviamente non piace nè ai tifosi nè alla federazione. Ma le misure restrittive di Ivanov sembrano comunque fuori luogo. E lui che ne pensa? Ha confermato, parola per parola. "Resto della mia idea, voglio vedere la Bulgaria con giocatori bulgari". E la polemica continua...