Il calcio è un gioco fisico, si sa e talvolta gli scontri, anche quelli fortuiti possono trasformarsi in piccole ammaccature delle quali dimenticarsi il giorno dopo, altre volte possono portare ad un infortunio che non finirà nel dimenticatoio prima di qualche mese e porterà senza dubbio a qualche sguardo in cagnesco con l’avversario coinvolto nel prossimo incontro. Ma in altre occasioni un contatto di gioco può trasformarsi in un vero e proprio incubo ma non molto per colui che rimane contuso, quanto per l’altro protagonista del contatto, per i cari di chi resta a terra che da quel fazzoletto di terreno riuscirà ad andarsene solo in barella, senza dare segnali positivi. Questo perché con un colpo ben assestato alla testa si possono perdere i sensi, ma anche riportare un trauma cranico. Ecco perché sono i cari a preoccuparsi e l’avversario a nutrire sensi di colpa: perché il ragazzo a terra ha perso conoscenza. Giorni terribili, tanti interventi. A saperlo prima che sarebbe bastato l’inno del centenario del Siviglia per risolvere tutto.
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Un calciatore in coma e il Siviglia: un…inno alla vita!
Francesc Peralta, calciatore dei campionati regionali spagnoli finito in coma per un contrasto di gioco, si sveglia dopo diciassette giorni sulle note dell’inno del centenario del Siviglia.
Un brutto scontro e poi il coma
Questo è più o meno quello che è successo a Francesc Peralta che lo scorso 21 gennaio in un contatto fortuito con un avversario dell’Alfiden ha perso i sensi per un brutto trauma cranico. È in coma. Lui è un calciatore ventunenne del Mequinenza, squadra dei campionati regionali spagnoli del secondo gruppo che rappresenta l’omonimo comune della provincia di Saragozza. Il ragazzo era arrivato nel club la scorsa estate e dopo pochi mesi ha rischiato di lasciarla: ci sono volute diverse operazioni al cervello, eseguite magistralmente dallo staff dell’ospedale universitario di Saragozza, per mantenere il ragazzo in vita.
ma ci pensa...l’inno del Siviglia
Dopo i numerosi interventi si susseguono infinite ore di coma farmacologico che una dopo l’altra vanno a comporre giorni di ansia e paura, paura di perdere un ragazzo che a ventuno anni stazionava nel limbo tra la vita e la morte per ‘un contropiede’ finito male. Per diciassette interminabili giorni la famiglia Peralta resta in quella stanza di ospedale mentre i compagni di squadra riprendono a giocare e dedicano la vittoria a Francesc. Tutto d’un tratto la mamma del calciatore comincia a cantare (senza un apparente motivo) l’inno del centenario del Siviglia FC e tutti, ma proprio tutti i presenti dopo di lei. Le voci formano un coro e finita la canzone la fidanzata di Francesc ricomincia ad intonare la canzone addirittura con il sottofondo musicale riprodotto dal web. Cantano tutti ma proprio tutti. Anche Francesc.
Anche se il ragazzo tifa Barcellona!
È vero che il calcio e tutto ciò che gli orbita intorno fa miracoli, che dà emozioni forti, che aiuta le persone a socializzare anche quelle che magari fanno un po’ più di fatica, ma che risvegliasse le persone dal coma è un fatto del tutto inedito. Ma un’altra questione che può lasciarci perplessi è perché proprio l’inno del centenario del Siviglia abbia avuto questo effetto dal momento in cui il ragazzo è un gran tifoso del Barça. Alla stampa, il protagonista di questo miracolo calcistico-musicale, ha dichiarato di adorare quella canzone, al di là dei colori calcistici. E chissà, magari dopo questa vicenda, se non dei tifosi il Siviglia avrà qualche simpatizzante in più.
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