Un anno da dimenticare. Questo, senza mezzi termini, il riassunto del 2019 di Marcos Evangelista de Moraes, per tutti Cafu. Il brasiliano ha dovuto affrontare in questa annata problemi e lutti e il momentaccio non sembra essere terminato. In estate è arrivata dal Brasile la notizia che alll'ex terzino di Roma e Milan, due volte campione del mondo, erano state pignorate diverse proprietà per insolvenza. Poi a inizio settembre il dramma di Danilo, il figlio maggiore del brasiliano, morto di infarto mentre giocava a calcio nel giardino di casa. E ora, a confermare i problemi finanziari, arriva anche la chiusura della sua fondazione.

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Cafu, 2019 da dimenticare: dopo la morte di suo figlio, il brasiliano chiude la sua fondazione per problemi economici
Il brasiliano ha dovuto affrontare in questa annata problemi e lutti e il momentaccio non sembra essere terminato. Prima il sequestro di alcune proprietà, poi il dramma di suo figlio Danilo e ora la chiusura della fondazione a cui il verdeoro si...
FONDAZIONE - Ad annunciarlo è stato lui stesso sul sito web della fondazione che Cafu ha creato con l'obiettivo di combattere la disuguaglianza economica a Irene Garden il quartiere di San Paolo dove il brasiliano è nato. E che ha dovuto chiudere i battenti dopo più di sedici anni per problemi economici. I finanziatori, riporta AS, sarebbero "scomparsi" negli ultimi due anni, rendendo impossibile il mantenimento delle attività. Una storia che fa sospettare che la tranquillità ostentata dall'ex Roma e Milan in estate, quando ha spiegato che i suoi problemi di soldi si sarebbero presto risolti, forse non era poi così aderente alla realtà.
COMUNICATO - "Sono stati sedici anni di molto lavoro, passione e impegno per una causa genuina e vera. Abbiamo assistito centinaia di bambini e di famiglie. Abbiamo formato professionisti, padri e madri di famiglia e ragazzi per bene. Non vogliamo vedere questo giorno con tristezza, ma con allegria e con la testa alta, nella convinzione di aver fatto un lavoro fondamentale all'interno di questa comunità, di aver trasformato vite e di aver fatto il massimo possibile". Queste le parole del brasiliano, che alla sua Irene Garden è sempre stato molto legato, al punto che al mondiale 2002, quando ha alzato la Coppa, aveva scritto sulla maglia proprio il nome del suo quartiere, portato quella notte in Giappone in cima al mondo. Ora, dopo anni passati ad aiutare, toccherà a Cafu chiedere aiuto per dimenticare un 2019 davvero terribile.
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