È più di un decennio che se si parla dei vertici del calcio, si parla di due e soli due nomi. Quelli di Cristiano Ronaldo e di Lionel Messi. Non c'è dubbio che abbiano dominato un'epoca di calcio e continuano ad essere considerati i migliori al mondo. Non c'è verso di dirimere la questione su chi sia il più forte: un'annosa dualità che non finirà mai. Eppure, ogni due per tre un calciatore o un ex calciatore cerca di dire la sua a riguardo. Una questione che solitamente però non tocca gli argentini, che spesso la Pulce la conoscono molto bene anche per averci giocato in nazionale. È il caso di Willy Caballero, portiere svincolato, che ha condiviso il campo con Messi con la maglia dell'Albiceleste e ci ha spesso giocato contro quando era in Spagna con il Malaga.

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Caballero racconta il Messi: “Scende in campo per ammazzarti, non importa se sei suo amico…”
Willy Caballero ha spesso giocato contro Messi quando era in Spagna con il Malaga. E spiega quanto sia complicato scendere in campo quando dall'altra parte c'è un fenomeno che ha solamente un obiettivo: fare più gol possibile.
UCCIDERE - Parlando in un'intervista a 90Min, l'estremo difensore spiega quanto sia complicato scendere in campo quando dall'altra parte c'è un fenomeno assoluto che ha solamente un obiettivo: fare più gol possibile. "Io Messi l'ho affrontato spesso e ogni volta l'ho sofferto. Lui va in campo per ammazzare i portieri. I portieri, difensori, tutti quanti, il suo obiettivo è ucciderli. E per 'uccidere' intendo segnare più gol possibile". E poco importa se i malcapitati sono suoi amici. "Non gli interessa se ti conosce, se sei argentino o se sei un suo amico. Poi dopo la partita ti parla, ti saluta e tutto il resto, ma in quei 90 minuti la sua unica missione è quella di riempirti di gol".

BARCELLONA - Caballero ha giocato al Malaga proprio nel periodo in cui il trio offensivo dei blaugrana era la celebre MSN, Messi, Suarez, Neymar. E quindi spesso e volentieri non è che fermando (o provando a fermare) Messi le cose cambiassero granché "Quando con il Malaga affrontavamo il Barcellona c'era sempre molta differenza tra le due squadre. Ecco perché puntavamo sempre a creargli difficoltà nel giocare. Eravamo consapevoli che lasciandogli campo avrebbero avuto molta più qualità di noi".
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