Quattro anni, un'eternità se applicati al calcio. Nel maggio 2016 Neymar non era ancora il calciatore più pagato della storia, il Real Madrid non aveva ancora vinto la prima delle tre Champions League consecutive dell'era Zidane, il Liverpool di Jürgen Klopp arrivava ottavo in Premier League, perdendo nel frattempo anche la finale di Europa League e quella di League Cup. E il Lipsia...beh, l'8 maggio 2016 era appena stato promosso per la prima volta in Bundesliga. Per un evento storico, però, ci vuole una guida speciale. E infatti sulla panchina dei sassoni, nel 2-0 contro il Karlsruhe che vale il secondo posto matematico, c'è un certo Ralf Rangnick.

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Buon anniversario Rangnick: quattro anni fa il tedesco…trascinava il Lipsia in Bundesliga
L'8 maggio 2016 il Lipsia viene promosso per la prima volta in Bundesliga. Per un evento storico, però, ci vuole una guida speciale. E infatti sulla panchina dei sassoni, nel 2-0 contro il Karlsruhe che vale il secondo posto matematico, c'è un...
PANCHINA - Quattro anni più tardi, il suo nome viene associato al Milan. E il paragone tra le due situazioni, per quanto strano, può far pensare. All'inizio della stagione 2015/16, la dirigenza della Red Bull spedisce a Lipsia il tedesco, che in carriera aveva già allenato parecchie squadre in Bundesliga, conquistando anche una coppa di Germania con lo Schalke 04 e una coppa Intertoto ai tempi dello Stoccarda. Dal 2012 la sua posizione è già quella di deus ex machina di tutta la divisione calcistica del gruppo, ruolo che ricopre tutt'oggi. Ma più che un dirigente, in quel momento al Lipsia serve un allenatore in grado di far fare ai Tori Rossi il grande salto. Detto, fatto.
PROGETTO - In mano, Rangnick ha una squadra con alcuni talenti pronti ad esplodere (Forsberg e Sabitzer, per dirne un paio, entrambi portati da lui in casa Red Bull) e parecchi calciatori forse non dal curriculum altisonante ma con parecchia voglia di emergere, come Klostermann (ora uomo mercato) e Demme, finito da pochi mesi al Napoli. Il Lipsia, insomma, ha bisogno di qualcuno che sappia fungere da chioccia e da guida a un gruppo dalle potenzialità importanti, che possa dare un'impronta riconoscibile e definitiva alla squadra, oltre che alla società. In poche parole, di un progetto. Risultato raggiunto, al punto che, non appena arriva la promozione in Bundesliga, Rangnick si fa da parte e sceglie come suoi successori prima Hasenhüttl e poi il giovanissimo Nagelsmann. Un precedente che fa decisamente ben sperare il Milan. Che di certo non ha bisogno di tornare nella massima divisione. Ma, visto il caos degli ultimi anni, di un certo grado di programmazione forse sì...
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