Il Posticipo
I migliori video scelti dal nostro canale

calcio

Braida: “La Cremonese non è un miracolo. Segnalai Haaland al Barça, ma non lo ritennero un profilo adatto”

Braida: “La Cremonese non è un miracolo. Segnalai Haaland al Barça, ma non lo ritennero un profilo adatto” - immagine 1
Dopo il Barcellona, il dirigente da direttore generale, ha portato, in 18 mesi, la Cremonese dall'ultimo posto in serie B alla promozione in serie A. E si toglie qualche sassolino...

Redazione Il Posticipo

Ariedo Braida leggendario direttore sportivo del Milan e consigliere calcistico internazionale del Barça dal 2015 al 2019, ha scritto un capitolo storico. Da direttore generale, ha portato, in 18 mesi, la Cremonese dall'ultimo posto in serie B alla promozione in serie A. E in una intervista rilasciata al Mundo Deportivo , in cui ha analizzato anche le prospettive del Barcellona, non vuole sentire parlare di miracolo.

LAVORO

Cremonese in A ma non si definisca miracolo. "Dopo 27 anni, vissuti fra serie C e B la promozione è una grande gioia per il club, la città, i tifosi e la proprietà. Ma non voglio che si parli di miracolo. Non può esserlo. La B in Italia è un campionato complicatissimo, ci siamo lasciati alle spalle squadre più forti e con grande tradizione. Centrare la promozione dopo essere partiti dall'ultimo posto è frutto di lavoro e programmazione. La chiave del successo è stata quella di aver puntato su tanti giovani dell'Under 21 e di una allenatore coraggioso. Scelte che hanno pagato. Alla fine, nel calcio contano i risultati. E io ho la mia storia. Non parlo, agisco. E posso già dire che ho dato la mia parola alla proprietà della Cremonese e intendo rispettarla. Il club mi ha dato fiducia in un momento per me molto particolare e voglio continuare".

MERCATO

Inevitabile parlare di mercato anche ad ampio raggio, Barcellona compreso: "La Cremonese è una piccola realtà dove si lavora con determinazione e creatività. A noi serve il coraggio delle idee, anche perché il mercato italiano fatica a competere con quelli esteri. In Inghilterra le squadre ricevono molti milioni di diritti televisivi e dunque gli stipendi sono quattro volte di più e poi ci sono le grandi compagnie che possono permettersi di spendere 100 milioni per Haaland. Lo avevo segnalato al Barcellona ma mi hanno detto che cercavano un profilo diverso. Adesso vanno a caccia di Lewandowski, grande calciatore ma nella parte finale della carriera. Serviva a mio avviso un giocatore dello stesso livello del polacco, ma forse più giovane. E non venderei neanche De Jong. Lascerei andare Pjanic, è calato a livello fisico. Quanto a Messi, ero convinto che sarebbe rimasto al Barcellona per tutta la sua carriera. In Catalogna stanno ricostruendo, hanno bisogno di tempo, ma Xavi è di casa e riuscirà a portare risultati".