In una notte dove la differenza la fanno la personalità e i singoli, emerge Leonardo Bonucci. La personalità, del resto, non è mai mancata, men che meno in una notte speciale. Nel giorno in cui Allegri rispolvera la difesa a tre, il capitano del Milan sposta gli equilibri. Non quanto basta, ma i rossoneri escono sconfitti con l’onore delle armi.
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La notte di Leonardo Bonucci
Una notte speciale per Bonucci, che trova il gol (festeggiato) in casa della Juventus, nel "suo" vecchio Stadium. Non basta per vincere, ma per dimostrare di esserci, quello sì.
Un gol atteso e arrivato al momento giusto
Non aveva mai segnato in questa stagione. Né aveva mai giocato allo Stadium da avversario. Una notte speciale, iniziata nel riscaldamento, subito “beccato” da chi, sino a pochi mesi fa, lo considerava un condottiero. Bonucci segna di testa, prendendo il tempo a Barzagli, dopo una vita passatagli accanto, in bianconero e in nazionale. Poi esulta come ha sempre fatto. Solo che questa volta lo stadio non era dalla sua, anzi. Ha condiviso la gioia solo con una minima parte degli spettatori. Ospite, sgraditom di uno Stadium che, dopo il gol, ha alzato il “fischiometro” sino a renderlo rimbombante. Leo non se ne è curato, ma non è una notte come tutte le altre. Non poteva esserlo. E quel gol l’ha resa ancora più speciale.
Per Bonucci una gioia personale
Il gol di Bonucci rimane, al risultato finale, una gioia personale, ma è la fotografia della metamorfosi del Milan. Al netto della rete del pareggio, allo Stadium si vede il “vecchio” Bonucci. Un regista difensivo che comanda e imposta, anche con lanci di cinquanta-sessanta metri. Guidati dal loro capitano, i rossoneri se la giocano alla pari, a dimostrazione di una classifica che, da quando Gattuso siede in panchina, è da serate di gala. Vince la Juventus, perché è qualitativamente più forte. Forse, a conti fatti, i tifosi bianconeri non hanno tutti i torti. Lo striscione “l’unico Leonardo che spostava gli equilibri era Da Vinci”. Probabilmente è davvero così. Anche Bonucci però qualcosa ha fatto: ha seriamente intaccato le certezze di una squadra che si è ritrovata a rincorrere l’avversario per un'ora. Non accade spesso. Nessun bianconero lo ammetterà mai, ma Leo si è fatto rimpiangere. Anche solo per un po'.
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