Il fatto è uno, le conseguenze però sono molteplici. Il fatto è la gomitata di Bonucci a Rosi, che costa al capitano del Milan il rosso e, con tutta probabilità, almeno due giornate di stop. E se a Milanello sperano che almeno contro il Chievo Verona l'assenza dell'azzurro sia superabile, di certo per il big match contro la Juventus di fine ottobre quello al centro della difesa sarà un buco che rischia di contare molto. Prima conseguenza, Bonucci salterà la sua prima da ex contro i reduci della vecchia gloriosa BBC. Un match che sicuramente sta molto a cuore al numero 19, ma che in questo momento era quello forse più a rischio per la sua tenuta psicologica.
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Bonucci vede rosso: una gomitata, tre importanti conseguenze
Il fatto è uno, la gomitata di Bonucci a Rosi. Le conseguenze però sono molteplici e rischiano di avere un impatto importante sul Milan che sarà.
Tensione e nervosismo, c'è di mezzo la fascia
Già, perchè diventa complicato derubricare il colpo sferrato al difensore del Genoa a semplice scontro di gioco, sebbene Montella faccia di tutto per convincere il mondo che non si trattava di un intervento da cartellino rosso. La gomitata, sfuggita a Giacomelli ma non al VAR, sembra quasi essere diretta conseguenza del pessimo periodo di Leonardo Bonucci, che, tanto per rimanere ben piantati sul tormentone dell'autunno, continua a spostare gli equilibri, ma nel verso sbagliato. Dopo l'arrivo in fanfara con tanto di fascia da capitano sono cominciate le grane. Una difesa difficile da gestire, prestazioni sottotono per un difensore del suo calibro e un nervosismo latente, sfociato forse in un colpo proibito sull'erba di San Siro. E negli spogliatoi, dove la fascia diventa l'elemento della discordia, al punto che Bonucci è pronto a restituirla. Il problema è che ora questa responsabilità non la vuole nessuno. In campo la fascia la prende Biglia e Montolivo, ex leader diseredato, avrebbe rinunciato a riprendersi i gradi su richiesta del suo successore.
Senza Bonucci si torna al 4-3-3?
San Siro perdona Bonucci ma non perdona Montella, reo di non aver saputo produrre una vittoria che in campionato manca ormai da un mese, dal 2-0 casalingo contro la SPAL. Fischi su fischi per il Milan, anche un po' ingenerosi se si considera l'inferiorità numerica, che ha costretto Montella a qualche alchimia tattica per portare a casa almeno il pareggio. L'indicazione forse più importante, dal punto di vista del modulo, arriva a metà ripresa, quando Calabria sostituisce Bonaventura, riportando la retroguardia rossonera a quattro. Seconda conseguenza del rosso di Bonucci, il tecnico può tornare a contare sul 4-3-3, lo schema a lui più congeniale, in attesa del rientro del capitano. Ciò gli permetterebbe di schierare il suo pupillo Suso sull'out di destra, tornando a un Milan più simile a quello dello scorso anno e delle prime positive giornate di questo campionato.
Montella è salvo, ma resta in bilico
In qualche maniera l'espulsione del centrale milanista assume quindi i contorni dell'opportunità, oltre che quelli più consoni del problema. Ma soprattutto, assieme al contestatissimo utilizzo (o non utilizzo) del VAR, sia sul rosso che su due rigori richiesti dal Milan, ha fornito a Montella le attenuanti di cui aveva disperatamente bisogno. Impossibile esonerarlo, almeno non dopo un punto ottenuto avendo giocato per quasi tre quarti di match in inferiorità numerica. Eccola la terza e più importante conseguenza della follia domenicale di Bonucci: aver trasformato in un mezzo miracolo un risultato ed una prestazione che in condizioni normali sarebbero valsi il benservito al tecnico, oltre ai fischi di San Siro. Montella (più o meno) ringrazia e va avanti. Tutto sta a capire come, ma soprattutto per quanto.
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