A Verona per rompere il cerchio. Il Benevento è l'unica squadra di Serie A ferma ancora a quota 0. Una situazione seria, ma non ancora drammatica, anche se i numeri sono impietosi. Il Benevento è la peggiore squadra nell'Europa che conta con due gol fatti e ben 18 subiti. Cifre alla mano, alla Strega servirebbe davvero una...magia. Eppure, la quota salvezza è lontana solo 5 lunghezze.
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Benevento, sfida al Verona per spezzare il cerchio
Il Benevento è l'unica squadra ancora a quota 0 e, numeri alla mano, la peggiore dei cinque campionati più importanti d'Europa. La Strega non ha ammaliato la serie A. Verona tappa decisiva?
Serve solo fiducia
Il Benevento non è certo attrezzato per una salvezza tranquilla, ma non è neanche condannato a prescindere. Sinora ha perso tutte le partite giocate, ma in alcuni casi con diversi rimpianti: basti pensare alle partite contro la Sampdoria, Inter e Torino. Anche la sconfitta di Crotone è stata “assorbita” da un campionato che nelle bassa classifica viaggia lento come un treno merci. La trasferta di Verona è decisiva soprattutto da un punto di vista mentale. Vincere (o non perdere) potrebbe sbloccare l'undici campano che, forte anche del primo risultato utile, potrebbe ritrovare fiducia nella salvezza. In questo senso l'esempio del Crotone è illuminante. La squadra di Nicola ha girato a 9 punti dopo 19 giornate. Poi si è salvata.
Il gioco c'è, servono i punti
Verona resta comunque una tappa fondamentale. Se il Benevento spera di sbloccarsi al “Bentegodi” è altrettanto legittimo che l'undici di Pecchia attenda i sanniti proprio per centrare la prima vittoria stagionale che, fra l'altro, le permetterebbe anche di uscire dalla zona retrocessione. Baroni spera in Ciciretti e Iemmello e nella bontà di un telaio di gioco che dovrà prima o poi dare i suoi frutti. Sinora la Serie A ha ammaliato la Strega piuttosto che il contrario. E fino a questo momento il Benevento è sempre uscito fra complimenti e applausi. Sì, bravi, però...è ora di cancellare quello 0 che ha il sapore dell'ingiustizia più che della condanna. E nessuno, a Benevento, si è già rassegnato a metà ottobre, dopo soli due mesi di Serie A, a rinunciare al sogno inseguito e atteso per 88 lunghi anni.
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