Il Barcellona vince per 3-0 contro il Real Madrid e ipoteca una Liga che l’ha vista capolista indiscussa dalla prima giornata. Una vittoria diversa rispetto gli ultimi Classici giocati al Bernabeu. Poco spettacolo, pochi colpi di scena, di conseguenza poche emozioni. Partita vissuta a ritmo basso, come se le due squadre si volessero affrontare in maniera più matura, contrarie a rispettare la tradizione. Valverde completa in quattro mesi una metamorfosi che altri allenatori non avrebbero neanche avuto il coraggio di pensare allenando il Barcellona. I catalani abbandonano il puro 4-3-3 per scendere in campo, e vincere, con il 4-4-2. Una follia pensare che i blaugrana potessero abbandonare il loro marchio di fabbrica, ma l’ultimo periodo ha messo in evidenza di come ci fosse bisogno di un cambiamento. L’uomo simbolo di questa metamorfosi è Paulinho, che in quattro mesi passa da essere un punto interrogativo ad un punto fisso della squadra.
L’uomo in più di Valverde
Ad eccezione della prima gara di campionato, quando non poteva scendere in campo per motivi legali, Paulinho è sempre stato chiamato in causa da Valverde. La svolta della stagione arriva contro il Getafe, quando entra in campo a partita in corso (per la terza volta in tre gare) e segna il gol della vittoria (1-2). La giornata successiva si ripete e aggiunge alle statistiche anche un assist. Un centrocampista di corsa, bravo nel tamponare le azioni avversarie e ad inserirsi negli spazi. Nel Barcellona, si sta scoprendo goleador, con sei gol in sedici gare, un’ottima media per un centrocampista di ruolo. Il brasiliano è tornato nel grande calcio dopo due (incomprensibili) anni in Cina. In pochi erano fiduciosi sul suo ritorno, ed i palleggi regalati alla folla nel giorno della presentazione non hanno certo aiutato i più perplessi a cambiare idea sui 40 milioni della clausola rescissoria, spesi senza colpo ferire per portarlo in Catalogna. Adesso, dopo quattro mesi, è l’uomo in più della squadra.
L’asso nella manica per battere il Real Madrid
Non finisce nel tabellino dei marcatori, ma è come se ci fosse. Il gol del 2-0 arriva grazie ad un rigore concesso da Carvajal, che para, letteralmente, un colpo di testa di Paulinho. Poco importa che non abbia segnato, è grazie a lui che Valverde è riuscito a mettere in seria difficoltà i padroni di casa. I suoi inserimenti alle spalle dei centrocampisti del Real Madrid hanno mandato in confusione i radar dei Blancos, troppo impegnati a tenere sotto osservazione Messi e Suarez. È un Barcellona che regala meno spettacolo e, soprattutto, meno ritmo alla gara. Non domina più il campo, e praticamente in ogni partita concede il possesso del pallone anche agli avversari. Lotta di più, è più intelligente, in grado di staccare la spina per poi ripartire. Praticamente, il Barcellona è la perfetta immagine di Paulinho, che adesso ha conquistato tutti.
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