È stato un lavoro duro, ma qualcuno doveva pur farlo. E Carles Tusquets, quando gli è stato chiesto di dirigere la commissione di gestione del Barcellona, non si è tirato indietro. Il catalano è diventato il numero uno blaugrana nel momento più complicato, subito dopo le dimissioni di Bartomeu e prima delle elezioni, poi vinte da Laporta. Sono stati mesi difficili, tra il tira e molla con Messi e risultati di campo poco soddisfacenti. Ora che il suo compito è finito, Tusquets ha parlato a La Tribu de A Diario e ha spiegato come ha vissuto il suo periodo al comando e come ora il nuovo Barça dovrà fare qualcosa per rendere sostenibile una situazione che continua a essere molto complicata.

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Barça, l’ex presidente Tusquets racconta il dramma economico blaugrana: “A gennaio non c’erano soldi per pagare gli stipendi”
È stato un lavoro duro, ma qualcuno doveva pur farlo. E Carles Tusquets, quando gli è stato chiesto di dirigere la commissione di gestione del Barcellona, non si è tirato indietro. Il catalano è diventato il numero uno blaugrana nel momento...
SALARI - Fosse per lui, l'ex numero uno terrebbe l'attuale tecnico. "Dal primo momento ho appoggiato Koeman. Ha i colori del club addosso, ha comprato una casa a Barcellona e il primo che ha fatto un passo avanti per il tema delle riduzioni degli stipendi è stato lui". A proposito, il tetto salariale è il vero problema economico. E la nuova gestione deve subito correre ai ripari. "Il tema della riduzione degli stipendi è un qualcosa che Laporta deve affrontare immediatamente. Stiamo sorpassando quello che impone la UEFA. Quando sono arrivato alla presidenza ho subito cominciato a parlarne. È stato difficile convincere tutti a sedersi attorno a un tavolo, ma una volta fatto eravamo comunque spalle al muro. Non potevamo pagare gli stipendi di gennaio, non c'erano soldi per farlo. Non c'erano più soluzioni da negoziare".

MESSI - E poi è uscito fuori il contratto di Messi. Con tanto di dichiarazioni di Tusquets che hanno portato a parecchie critiche..."Non ho mai detto che fosse necessario che Messi lasciasse il Barcellona. Mi hanno fatto una domanda, se economicamente sarebbe stato positivo. E come economista, la risposta era evidente. Però non ho mai detto di volere che Messi se ne andasse. Chi aveva chiesto di andarsene in quel momento era Messi. Ma se deve rimanere, deve farlo in condizioni che siano favorevoli al Barcellona". E a proposito dell'accordo che scade a giugno, persino l'ex presidente...sa dire poco. "Non so che succede al Barça, tutto è filtrato, è preoccupante. Nessuno della commissione di gestione ha avuto accesso al suo contratto". Il che dimostra che per Laporta non sarà certo un compito facile rimettere tutto in sesto...
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