La Liga e la Premier, i campionati più belli del mondo. I più affascinanti. Nonchè i più seguito. Una partita come Real Madrid-Barcellona, specialmente sotto l’albero, ha una portata di sei miliardi di utenti. E lo stesso calcolo vale per il derby di Manchester tra gli uomini di Mourinho e quelli di Guardiola. No, nessun errore. Si parla di “clienti” da web. Una platea smisurata.
Amazon e Facebook, mani sui diritti TV?
I colossi di internet sono pronti a scendere in campo e a darsi battaglia. La crescita passa anche e sopratutto attraverso lo sport. E il calcio, in questa ottica, è il volano ideale. In particolare, la Liga, il campionato che può offrire Messi e Cristiano Ronaldo. Due campioni interplanetari, due squadre amate trasversalmente in tutti e cinque i continenti. Quanto basta per spingere il sito Amazon e il social network Facebook a preventivare una spesa sino a 2,3 miliardi di euro per cercare di accaparrarsi i diritti di trasmissione in streaming della massima serie spagnola. Del resto, una pagina di fan è superiore, anche dieci volte, alla portata massima di auditel di un qualsiasi broadcaster.
Investimento ragionato
L’investimento, che potrebbe essere esteso anche all’asta dei diritti TV della Premier League, è più che ragionato, anche in termini di pubblico e di guadagno. Facebook ha già aperto il fronte con una manovra mirata: la trasmissione della Champions League e del Campionato Messicano nel territorio statunitense. Amazon Prime Video, invece, si è garantita una partita di football americano a settimana e ha anche trasmesso il Master ATP di tennis. Anche alcune società di calcio, come l’Inter, hanno già aperto a Facebook per trasmettere la dirette del campionato primavera. E la stessa cosa sta facendo il calcio femminile.
E le Tv? Sono preoccupate
Una notizia che spaventa e non poco le TV. Accanto agli internauti, infatti, vi sono ancora coloro che non hanno ancora acquisito dimestichezza con gli strumenti web o comunque non sono in grado di andare oltre la semplice navigazione dei siti. Si tratta di una fetta di pubblico over 60, che comunque ama il calcio, ha potere d’acquisto e conta nella valutazione dei diritti TV. E, sopratutto, ha in mano il telecomando. E potrebbe decidere di usarlo per spegnere la TV qualora non trasmettesse più il calcio. Un’eventualità che incute timore, ma il percorso è segnato. Il futuro sono la smart e la web-tv. E anche il calcio sembra destinato a farne parte.
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