Alla fine ha ragione Allegri. Su e giù, giù e su. Una vita in altalena, fra giudizi e pregiudizi, ma alla luce dei risultati diviene davvero difficile contestare un tecnico che non offrirà un gioco spettacolare ma che, di testa o di pancia, porta sempre a casa il risultato. E lo spettacolo? Come direbbe qualcuno, per quello c'è il cinema…
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Juventus, il tuo medico è il dottor Allegri
Allegri, in fondo, ha ragione: ai tifosi della Juve servono medici bravi. E il più bravo è sempre lui. Subissato di critiche all'andata, applaudito al ritorno. E alla fine contano i risultati.
Allegri e i medici bravi
Il tecnico toscano usa termini a volte coloriti ma rende bene l’idea dell’ambiente che deve respirare. Ha ricordato che i medici bravi servono e “ne servon sempre tanti”, anche perché la maggior parte di chi l’ha criticato oggi sale sul carro del vincitore. La verità, come spesso accade, è nel mezzo. Uscire agli ottavi di Champions, contro una squadra che ha meritato forse di più, ma nel complesso è più debole della Juventus, sarebbe stato un fallimento difficile da assorbire. È però altrettanto innegabile che il tecnico, nel bene e nel male, ci abbia messo del suo nel riprendere una qualificazione che stava per sfuggire di mano. E che, in generale, da quando allena la Juventus, la percentuale di danni è assolutamente ininfluente rispetto alla bontà delle scelte compiute.
Allegri mezzo europeo, mezzo italiano
Sia chiaro: la Juventus ha giocato una partita orribile da un punto di vista estetico, ma non gli si poteva chiedere di più. È riuscita a ritrovare la via della qualificazione nonostante avesse le ruote sgonfie e il morale a terra. In questo senso, il merito è tutto del tecnico toscano, che ha letto come pochi la partita in relazione alle esigenze. Non avendo cambi in attacco si è giocato il match nell’unico modo possibile. Difendendosi e cercando di sfruttare gli episodi. È rimasto in partita, soffrendo tantissimo, ma senza uscire mai dal match. E quando i ritmi sono calati ha rinunciato alla difesa a tre inserendo forze fresche, passando alla cassa in poco più di cinque minuti, sfruttando l’unico calo mentale del Tottenham. Un centinaio di secondi all'europea e 89 minuti all’italiana (anzi, 179, contando l'andata), sfruttando organizzazione, compattezza difensiva e tenacia. Risultato: una prestazione brutta, ma terribilmente efficace, perché alla fine nell’urna dei quarti di finale c’è la Juventus. Certo, per arrivare in fondo serve qualcosa, anzi molto di più. Ecco, appunto, Allegri ne è consapevole: finita la gioia, risale sull’altalena…
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