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Allegri sotto assedio: o vince, o vince. In Europa, però…

Niente da fare, non c'è verso. Allegri proprio non sta simpatico ai tifosi della Juventus. Può vincere, ma la sensazione è che se non porta a casa la Champions, rischia di passare come uno dei tecnici più odiati della storia bianconera

Luigi Pellicone

Niente da fare, non c'è verso. Allegri proprio non sta simpatico ai tifosi della Juventus. Può vincere, ma la sensazione è che se non porta a casa la Champions, rischia di passare come uno dei tecnici più odiati della storia bianconera. La finale di Cardiff ha esasperato gli animi: e in tanti chiedono l'avvicendamento. Ma perchè?

Quel sorriso serafico sempre stampato sul viso...

Allegri ha un pregio e un difetto. Non si arrabbia (quasi) mai. Non alza la voce come chi lo ha preceduto, non si perde in polemiche con i media, né si lascia andare ad atteggiamenti sopra le righe. Troppo "perfetto". Quasi fastidioso con l'atteggiamento da primo della classe. In realtà la calma serafica di Allegri è solo un vantaggio: la Juventus è già abbastanza odiata di suo. Non le manca, certo, un allenatore che attiri ulteriori antipatie. E però, paradossale ma vero, Allegri ci riesce benissimo con i propri tifosi che gli rimproverano una scarsa spina dorsale nella gestione di uomini, schemi e spogliatoio.

Un pregiudizio che affonda le radici nel gioco non esaltante?

La Juve vince perché è forte. La Juventus perde perché non gioca bene. Allegri è rimasto spesso intrappolato nell'equivoco. Vero, i bianconeri non hanno mai rubato l'occhio e ke serate da stropicciarsi gli occhi si contano sulla dita di una mano.Allegri ha cambiato più volte il vestito alla Signora: 3-5-2, 4-4-2, 4-3-1-2, sino al 4-2-3-1 che ha premiato la fantasia di tutti i campioni bianconeri. Allegri, di certo, non difetta in duttilità. Una dote che spesso è stata mal interpretata e letta come incapacità tattica. In realtà, in pochi sanno leggere le partite come il tecnico toscano che spesso azzecca il cambio o il modulo capace di rivoltare una stagione. Gli si può rimproverare un atteggiamento poco empirico, una pratica quasi “istitntiva” alla materia tattica. E però, alla fine, ha quasi sempre ragione lui.

Troppe vittorie “comode”. Manca la Champions...

Vincere troppo fa male. La Juventus vive un periodo di raro fulgore: man bassa di scudetti e coppe nazionali. Una esagerazione: a tal punto che il tifoso si è “viziato”.La Juventus punta al settimo scudetto consecutivo, roba che, se ci si ferma a ragionarci su, è da extraterrestri. Un tifoso juventino che nel 2010 è diventato papà, ha un figlio di anni pari agli scudetti. Eppure, trova la forza di lamentarsi: vincere è diventato “normale”, in Italia.La vittoria ha sapore solo se arriva in Europa.Quindi i casi sono due: o Allegri arriva a Kiev e torna con la Champions, o sarà contestato. Anche di fronte a sei scudetti in sei anni. Ovvero quanti uno in più di quanto ne hanno vinti Roma e Napoli, le rivali più accreditate al titolo, in tutta la loro storia.