Vince il Manchester City ma il Napoli esce a testa altissima dall'Etihad stadium. Un rigore sbagliato, un secondo tempo giocato con grande personalità. La trasferta su un campo quasi proibitivo lascia in eredità un buon carico di fiducia. E una certezza: il Napoli, nelle serate di gala, non può fare a meno di Allan.
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Napoli, a testa alta con il Manchester City
Il Napoli esce a testa altissima dall'Etihad stadium dopo aver concesso un tempo intero al City. L'ingresso di Allan cambia il volto della squadra. Una scelta precisa, lasciarlo fuori?
Primo tempo di gurdiolismo assoluto
Primi minuti da incubo, complice un Napoli che ci ha capito poco: in meno di 15' il City piazza un uno-due micidiale, sfruttando un approccio timido, quasi impaurito, degli ospiti: il primo terzo di gara scivola via impietoso. 10 azioni a 0. Il City, completo padrone del campo, non si è espresso a livelli altissimi per tutti i 90' per un paio di buoni motivi: è una squadra giovane, tende a compiacersi ed abbassare la guardia. Nei primi 30' il dominio della squadra di Guardiola è stato quasi imbarazzante. Se il Napoli si fosse trovato sotto di 4 gol, nessuno avrebbe avuto da ridire o recriminare. Invece il Napoli ha retto e anche avuto l'occasione di rientrare in partita. Il rigore sbagliato da Mertens lascia gli azzurri sotto il pelo dell'acqua, ma sblocca mentalmente la squadra. Il City è apparso comunque vulnerabile. E la partita è cambiata.
Il mediano aspira palloni e scacciaguai
Allan entra quasi per caso, dopo l'infortunio occorso ad Insigne. Si percepisce immediatamente, però, che la sua presenza cambia il Napoli. Il brasiliano è un Alemao versione ventunesimo secolo. Un centrocampista capace di ribaltare l'azione e restare sempre sul pallone senza perdersi mai l'uomo. Una prerogativa unica: contrasta, imposta e riparte. Sempre di corsa. Resta il rammarico per una scelta che avrà un motivo preciso: si privilegia il campionato, considerando il girone di Champions comunque abbordabile? Il ragionamento, tutto sommato, non è campato in aria, ma servono due vittorie contro Feyenoord e Shakhtar. Non esattamente una missione facile, considerando che gli ucraini sono in piena corsa e potranno godere di due risultati su tre al San Paolo.
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