Alisson, a Bergamo arriva la grande occasione. La prima da titolare indiscusso e indiscutibile. Una serata attesa da almeno un anno mezzo. E pazientemente coltivata. Adesso i tempi sono maturi: il portiere della nazionale brasiliana è pronto a difendere i pali della Roma, ma con due variabili da non sottovalutare. Una difesa rivoluzionata. E più distante. Mai come questa volta, Alisson vivrà la sarà solitudine del numero uno. Che lavoraccio, il portiere: il peggiore. L'errore è imperdonabile, irrecuperabile. Il ragazzo, però, è sereno. Ha coraggio, talento e disciplina. Spensieratezza brasiliana e concentrazione tedesca. Un gran bel mix.
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Numero uno, anno zero: Alisson, carpe diem, come fosse un pallone all’incrocio
Alisson, a Bergamo arriva la grande occasione. Titolare indiscusso e indiscutibile. Adesso deve mettere in campo le tre "C": Coraggio. Concentrazione. Costanza di rendimento. Il momento è arrivato: occorre carpirlo, come fosse un pallone...
Meccanismi delicati, ma il ragazzo ha personalità
Il calcio di Eusebio di Francesco è coraggioso, propositivo e divertente. Legato, però, a meccanismi di gioco delicati. Se salta un ingranaggio si aprono degli spazi pericolosissimi alle spalle della difesa. Si è già sperimentato, in quel di Vigo. La Spagna lascia in eredità una certezza. Basta un errore di posizione, o un movimento sbagliato, per aprire una voragine. Alisson avrà il suo compagno più vicino a circa 20 metri. Non esattamente una situazione ideale per un portiere che dovrà convivere con l’idea di trovarsi a sfidare il centravanti avversario nell’uno contro uno. Per evitarlo, dovrà dialogare parecchio con i compagni, quasi telecomandarli.
Le tre C: coraggio, concentrazione e costanza di rendimento
Allison conosce i rischi cui va incontro e non li teme. Lo scorso anno, in Europa League, ha risolto diverse situazioni scabrose uscendo con i tempi giusti dall’area di rigore. É una sua prerogativa: sa accorciare sull’attaccante e chiudere lo specchio. Reattività e potenza, non gli mancano: si inarca anche sino all’incrocio dei pali. In ritiro ha lavorato parecchio su due fondamentali: presa a terra e tocco di palla. Di Francesco pretende che il portiere sia un giocatore di movimento, capace di giocare con i compagni. Coraggio. Concentrazione. Costanza di rendimento. Il momento è arrivato: occorre carpirlo, come fosse un pallone indirizzato all'incrocio dei pali.
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