Nasser Al Khelaifi, presidente del PSG e dell'ECA è stato uno dei protagonisti dei Football Talks, in cui ha affrontato temi di grande importanza nella governance del calcio. E, come riportato da AS, non è stato tenero né nei confronti del progetto Superlega, né verso il Barcellona.

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Al Khelaifi sul Barcellona: “Superlega? Il calcio è più importante di club con 1800 milioni di debiti”
ECOSISTEMA
Al Khelaifi si è soffermato sul concetto di "ecosistema calcio" chiudendo ancora una volta la porta all'idea di Superlega. "Preferisco la non Superlega. Il calcio deve essere sviluppato nel rispetto dei piccoli, medi e grandi club, ma anche dei tifosi. Sembra che alcune squadre non vogliano che i club di medio cabotaggio si ingrandiscano. Evidentemente hanno paura della concorrenza. L'ecosistema del calcio è più grande di due o tre club e nessuno può romperlo. Ricordo quando abbiamo giocato in Europa League contro il Salisburgo nel 2011 e in quella occasione faceva davvero molto freddo. Poi ho visto tutti i tifosi sugli spalti. È stato incredibile. Ero orgoglioso di giocare quella partita".

STOCCATA
Il presidente del PSG ha parlato anche del rinnovo della Champions League, che dal 2024 avrà più partite e più squadre. “Il format è già un successo ancor prima di iniziare. Le vendite televisive globali lo dimostrano. I club di piccole e medie dimensioni sognano di poter raggiungere la Champions League. Non nasci un grande club, diventi un grande club. Non c'è gruppo chiuso per i grandi club". Quindi è arrivata la stoccata al Barcellona, che pur non essendo direttamente nominato, è evidentemente il "destinatario" della riflessione. “In Europa vi sono alcuni club hanno 1.800 milioni di debiti. Non è salutare per il sistema e rappresenta un enorme pericolo per il calcio. A volte accade che dei personaggi rimangono quattro o cinque anni a ricoprire il ruolo di presidente e poi lasciano il club con un bilancio in rosso. E i debiti accumulati diventano un disastro per il presidente successivo. Questo è ciò di cui dovremmo preoccuparci perché è proprio questo che può distruggere il calcio. Servono regole per proteggere i club da debiti e disastri".
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