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Al Khelaifi, durissimo: “In Ucraina si scappa e si muore, chi propone la ESL non ha visione a lungo termine”

Al Khelaifi, durissimo: “In Ucraina si scappa e si muore, chi propone la ESL non ha visione a lungo termine” - immagine 1

In una intervista alla BBC sport il presidente dell'Eca non lascia molto spazio alle interpretazioni. 

Redazione Il Posticipo

Nasser Al Khelaïfi, presidente del Paris Saint-Germain si scaglia nuovamente contro il Real Madrid, Florentino Perez e i club che continuano a parlare di Superlega. Un rapporto, fra parigini i due club spagnoli e la Juventus, che si è rovinato negli anni, fra la proposta della Superlega e quanto accaduto al Bernabeu nel ritorno degli ottavi di finale. In una intervista alla BBC sport il presidente dell'Eca non lascia molto spazio alle interpretazioni.

SUPERLEGA - Il progetto Superlega, semplicemente, non è tollerato. "Preferisco definirla ESL, perché odio pronunciare quella parola. I tre club che insistono sono perfettamente consapevoli che non vi sia alcuna possibilità. Le persone in Ucraina scappano e muoiono. Chi propone questo format non ha stabilità finanziaria né una visione a lungo termine. E perde di vista che il calcio è un contratto sociale. Sono stato molto duro con Florentino, gli ho detto che devo arrivare a un punto in cui sia possibile un confronto, purché non arrivi la pugnalata alle spalle".

CRESCITA - Il presidente del PSG ritiene che il calcio possa crescere anche attraverso altri percorsi: "Ovviamente anche a me interessa che ci siano partite spettacolari, che richiamino il grande pubblico. Questo però non significa escludere i piccoli club. Sono un aperto sostenitore della meritocrazia. Anche io avrei potuto usufruire di un cospicuo assegno da 400 milioni di euro ma è più importante tutelare l'ecosistema calcio che gli interessi dei singoli altrimenti si perde di vista la realtà".

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FAIR PLAY - Spazio anche per le nuove frontiere del Fair Play Finanziario. "Questo processo è iniziato molto prima che diventassi presidente dell'ECA. Non credo sia possibile che un club possa fare qualcosa che gli altri 246 e tutte le altre parti in causa non vogliono.  A volte sento e leggo notizie che hanno del pazzesco, ma evidentemente alla gente piace pensare che abbia un piano generale In realtà come presidente del club, se mi proponessero la possibilità di porre un tetto agli stipendi sarei il primo ad apporre la firma sull'accordo".