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Aguero racconta il suo ritiro: “Quando mi hanno lasciato solo in una stanza piena di monitor ho capito che…”

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Sergio "Kun" Aguero ha dovuto lasciare lo sport che ama qualche mese fa, dopo che i dottori gli hanno scoperto una aritmia che lo avrebbe messo a rischio. E l'argentino ha spiegato in una diretta qual è stato il momento in cui ha capito tutto...

Redazione Il Posticipo

Difficoltà a respirare, dolore al petto e poi una scoperta terribile: non poter più giocare a calcio a livello professionistico. Sergio "Kun" Aguero ha dovuto lasciare lo sport che ama qualche mese fa, dopo che i dottori gli hanno scoperto una aritmia che lo avrebbe messo a rischio. Tutto comincia nella partita contro l'Alaves, quando l'argentino è costretto a uscire dal campo per una crisi respiratoria. E nonostante all'inizio l'ex attaccante pensava fosse un problema da poco, quando ha cominciato a fare i controlli necessari ha avuto abbastanza chiaro che non si trattava esattamente di qualcosa di leggero. Lo ha raccontato lui stesso in una diretta su Twitch, sottolineando il momento in cui ha capito tutto.

OSPEDALE - "I primi 15 giorni sono stati terribili. Quando è successo, pensavo non fosse nulla di grave, che sarei stato bene, ma quando sono arrivato all'ospedale mi hanno lasciato da solo in una piccola stanza con un sacco di monitor attorno a me. Lì ho capito che qualcosa non andava… E dopo due giorni passati all'ospedale, ho cominciato a diventare nervoso". I dottori prima gli consigliano di rimanere a riposo per tre mesi ma poi, dopo altri test, gli dicono quello che il Kun non vorrebbe mai sentire: deve ritirarsi. E alla fine è andata così, con l'emozionante conferenza stampa al Camp Nou, a cui ha partecipato persino il suo ex allenatore al Manchester City, Pep Guardiola.

ALVAREZ - A proposito del catalano, impossibile che qualcuno durante la diretta non chieda qualcosa ad Aguero riguardo al nuovo acquisto dei Citizens. Un altro attaccante argentino, Julian Alvarez. Per cui il Kun non ha che parole positive. "Julian è molto bravo. Ho un buon rapporto con lui, mi ha chiesto un po' di cose e io gli ho raccontato la mia esperienza al Manchester City. Vedremo dove giocherà, perché Guardiola di solito non usa un centravanti vero e proprio e ad essere onesti non so dove potrebbe inserirlo nella squadra. Ma Alvarez è un calciatore che sa fare male, quindi io lo farei giocare da seconda punta oppure lo schiererei come uno dei due esterni d'attacco". Detto dal recordman di gol con la maglia del City, è più che un semplice consiglio...