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5 ris…POST…e al campionato

Stefano Impallomeni

De Rossi e la Roma: come si risolve una situazione difficile? 

Roma-Parma dovrà essere soltanto una festa. Per Daniele De Rossi, 18 anni di attaccamento alla maglia e un amore sconfinato per un ambiente che in questo momento si è surriscaldato per un addio mal digerito e avvenuto in coda a una stagione deludente, in cui le occasioni perdute e i passaggi a vuoto sul campo sono stati troppi e fatali. È difficile spiegare una tale situazione. Sembra facile, così a occhio, trovare il colpevole, dare sommariamente un giudizio. Dire è colpa di Tizio o di Caio. Non v'è dubbio che sia una pagina triste e dolorosa, perché come si dice al cuor non si comanda, ma in qualche modo bisognerà uscirne per non appesantire ulteriormente gli animi.

DDR avrebbe potuto essere ancora un punto di riferimento essenziale per un'altra ripartenza tecnica, un braccio amico nello spogliatoio, senza tra l'altro pretese eccessive, ma non conosciamo a fondo dettagli e aspetti di una scelta che da parte della società è stata coraggiosa, impopolare e rischiosa. E che va su un’altra direzione, cioè quella di avere un'altra visione per un simbolo che vuole trattenere in altro modo. Su DDR sono state fatte valutazioni diverse e si sono contrapposte volontà differenti tra le parti. Il club lo immagina vicino all'amministratore delegato, per intenderci, con ruolo operativo di altissimo livello, ma il calciatore è ancora vivo e preferisce ancora il campo. Si può discutere tutto, DDR è questione di cuore e il cuore non si tocca così all'improvviso, ma in questa tempesta di lacrime, rabbia e contestazioni la Roma vede DDR in un'altra veste, non fuori dai cancelli di Trigoria. Lo vuole dentro e lo vorrà dentro anche se decidesse di giocare per uno, due anni, altrove. Insomma, nessun divorzio ma un semplice "ciao" da parte del club, con relativo cambio di vita e professione: non più calciatore, ma tutto quel che vorrai e desidererai essere per la tua Roma.

Si comprendono entrambe le visioni, le differenti valutazioni, ma non è mai stato in discussione, e mai lo sarà, il valore di DDR quale risorsa enorme per la Roma del presente e del futuro. Semplicemente, DDR vuole ancora allenarsi, provare a riscattare una stagione deludente, essere un punto di riferimento in campo, che giochi o non giochi con continuità. Dall'altra parte il club lo vede necessario in un ruolo diverso, da manager con personalità, in grado di incidere, e non di correggere le bozze degli altri, a seconda delle esigenze e delle circostanze. Detto questo, DDR è un uomo speciale, davvero speciale, intelligente, passionale, energico e positivo, e la Roma non deve assolutamente perderlo di vista. Siamo fiduciosi che possa essere così. Un ciao e nessun addio. Basta riparlarsi un po'…e magari andare oltre, con il cuore sempre dalla stessa parte. DDR è un bene prezioso non soltanto della Roma, ma del calcio italiano.

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