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5 ris…POST…e al campionato

Di Stefano Impallomeni. Il campionato lascia in eredità dubbi, interrogativi e curiosità. Ecco le risposte ai quesiti che ha regalato la terza giornata di Serie A.

Redazione Il Posticipo

1) La Juventus perde la testa della classifica dopo 18 mesi. È soltanto un caso o c'è dell'altro? A Firenze troppe ombre, molta confusione e fragilità eccessiva. Perché?

Non è un caso che la Juve non sia più in testa alla classifica dopo tanto tempo. In tre  partite poche luci e molte ombre, vittorie comprese oltre questo pareggio. Contro il Napoli un errore di Koulibaly ha rimesso a posto una rimonta subita abbastanza clamorosa. Anche a Parma, poco gioco offensivo. A Firenze la prova di un disagio che era nell'aria. Uno come Cr7, soltanto una rete realizzata, che tocca 3 o 4 palloni a partita spiega una certa difficoltà nell'imporre un altro tipo di calcio che per ora non ha fisionomia, nome e pieghe da grande squadra. Insomma, la sensazione è che, alla luce dei fatti, non sia la Juve di Sarri, né tantomeno quella di Cr7 e si fatica a gestire le eccellenti risorse a disposizione. Dybala ignorato è un mistero. Mandzukic è in partenza, Douglas Costa e Pjanic infortunati. Higuain è in dubbio per la partita di Champions. È una situazione complicata, certamente non drammatica ma difficilmente spiegabile. La Juventus è la squadra più forte del campionato, ma suda troppo, corre e interpreta male lo spartito che sembra non riconoscere o non capisce. A Firenze ha tirato due volte in porta con Matuidi e Cr7, subendo una Fiorentina orgogliosa e brillante. C'è un po' di confusione e in difesa l'assenza di Chiellini nel lungo periodo si farà sentire. Quest'anno sarà dura. Intanto Conte alza l'asticella della tensione in una dialettica consentita e prevedibile. Sarri, non v'è dubbio, appare in difficoltà e deve venirne a capo, indipendentemente dai risultati che da quelle parti sono la norma. C’e’ un mercato e soprattutto scelte giuste da fare su gioco e calciatori, poi si penserà al gioco ( per il quale è stato preso). Appellarsi al caldo, all’orario e ad altro non aiuta a ritrovare serenità e non giustifica questo tipo di prestazioni. La Juve non è più la squadra di Allegri e non è ancora quella di Sarri. E cosa più preoccupante non è neanche quella di Cr7. A Madrid contro un Atletico non in grande forma avremo la prima risposta, ma concediamo tempo a Sarri che però deve sposare meglio e in fretta la mentalità juventina.

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