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Gli Yips: problema invisibile ma delicato di molti atleti

Mancanza improvvisa di coordinazione motoria. Impossibilità di effettuare movimenti anche molto semplici. Questi problemi si chiamano Yips e colpiscono molti più atleti di quanto si possa pensare.

Francesco Cavallini

Mancanza improvvisa di coordinazione motoria. Impossibilità di effettuare movimenti anche molto semplici. Un problema, se si è atleti professionisti. Una condizione che a volte può addirittura portare all’abbandono della propria disciplina. In inglese questi casi vengono definiti yips e non esiste una traduzione italiana che non preveda una lunga perifrasi. Come non esiste, almeno al momento attuale, né una spiegazione scientifica né tantomeno una cura. Si tratta di condizioni a volte superabili, magari attraverso il cambiamento di una tecnica di gioco, ma che altre volte diventano permanenti, che rischiano di segnare per sempre la carriera dello sportivo che ne viene colpito.

Comuni nel golf, ma non solo

Si tratta di una patologia riscontrata spesso negli sport individuali, soprattutto in quelli in cui l’atleta è sottoposto a molta pressione. Discipline in cui un unico colpo può decidere l’andamento di un match o di un torneo. Problematica psicologica? Possibile, ma non solo, dato che spesso ad esserne preda sono anche atleti dalla comprovata esperienza internazionale, che di momenti particolarmente importanti ne hanno vissuti già molti. Gli yips sono particolarmente comuni nel golf, dove si stima che circa il 40%  degli atleti abbiano almeno una volta sofferto di questa condizione. E stiamo parlando di campioni dalla carriera illustre come Bernard Langer o Ernie Els, fino ad arrivare addirittura a Tiger Woods, che più volte è sembrato improvvisamente colpito dalla incapacità di coordinarsi, sbagliando colpi all’apparenza semplici. Ma anche altre discipline non sono immuni dagli Yips, come dimostra il caso della tennista Dementieva, che a volte sembrava paralizzarsi nel momento di dover servire o non si coordinava bene, con pessimi risultati.

Gli Yips negli sport di squadra

Un problema dunque che colpisce in particolare atleti di sport individuali. Ma cosa accade quando gli yips entrano nel mondo delle discipline di squadra? Il problema diventa particolarmente pressante, dato che parliamo di sport in cui è necessario che tutti i membri del team siano in perfetta forma psicofisica. La presenza di uno o più giocatori non in grado di compiere azioni semplici può decidere in negativo le sorti di una partita o addirittura di un campionato. Un caso particolarmente celebre nel baseball è quello di Jon Lester, lanciatore dei Chicago Cubs nella MLB, che in bacheca ha tre World Series, ma anche un problema non di poco conto. Non riesce a lanciare la palla in prima base. Per il resto, come dimostra il suo palmarès, è in grado di fare qualsiasi cosa su un campo da baseball, ma non un semplice lancio al compagno più vicino. Lester ha tentato di ovviare alla situazione cambiando metodo di lancio, ma continua ad avere difficoltà nell’eliminare immediatamente gli avversari quando concede una battuta valida.

una condizione da tenere nascosta?

E quindi evidente che, data l’impossibilità di prevedere e soprattutto di curare il problema, molti atleti soggetti agli yips negli sport di squadra sono costretti, loro malgrado, a nascondere la propria condizione per non essere costretti ad un ritiro più o meno permanente. Del resto, quale direttore sportivo o generale manager affiderebbe le sorti del proprio team a qualcuno che improvvisamente rischia di perdere la coordinazione motoria, magari proprio nel momento clou? Di conseguenza, finché non verranno individuate le cause e soprattutto i giusti metodi clinici con cui intervenire sugli yips, quando vi capiterà di vedere un vostro giocatore sbagliare qualcosa di impossibile o sembrare assolutamente fuori partita, siate (nel limite del possibile) clementi. Ricordatevi che potrebbe essere vittima di un problema del genere. E che mortificarlo non lo aiuterà certo a risolverlo. Anzi.