altri sport

Un thè rosso in Bahrain

Un thè rosso nel deserto. Dolcissimo. Prima fila tutta Ferrari in Bahrain e tutto lascia credere che il divario con la Mercedes sia quasi annullato.

Luigi Pellicone

Rosso di sera. Dopo l’alba in Australia, anche il tramonto il Bahrain. Un gran bel panorama. Da non perdersi. E infatti la Ferrari si sdraia in prima fila a godersi un thè nel deserto. Dolcissimo anche perché atteso 11 anni, dopo la partenza al palo di Massa nel 2007. Vettel in pole e Raikkonen secondo. Una prima fila tutta rossa è un evento abbastanza significativo. L’ultima volta che le due monoposto di Maranello sono scattate insieme dalla prima fila risale al 2017.

La Ferrari c’è: ogni dubbio è fugato in Bahrain

Le qualificazioni lasciano in eredità la sensazione che la Ferrari 2018 sia una gran macchina. Nel senso pieno del termine: aerodinamico, meccanico e pneumatico. L’Australia, al netto del successo, lasciava comunque dubbi sulla velocità rispetto alla Mercedes. Bene. Allo status quo, le prove del Bahrain rovesciano totalmente i giudizi. La Mercedes deve lavorare sull’affidabilità e,sebbene resti velocissima, non lo è più della Ferrari. La controprova arriva dall’interpretazione del Q3 da parte delle Frecce d’argento. Hamilton aveva l’obbligo di spingere al massimo, in considerazione delle cinque posizioni di penalità. E nonostante tutto, il campione del mondo è rimasto indietro confermando l’atavica idiosincrasia a questo circuito.

Aerodinamica e gomme: ingredienti per un thè perfetto

Stupisce chi si stupisce: il Bahrain è una pista che da sempre sorride alla Ferrari, complice la “frescura” delle temperature. Si corre di sera, il che rende il circuito meno severo con le gomme e premia il passo breve della monoposto rossa. Nonché la pulizia di guida di Vettel e Raikkonen, meno avidi degli altri nel masticare le gomme. In un circuito da stop&go la superiorità della SF71-H appare evidente. Sfrutta a pieno le potenzialità del retrotreno su un circuito a carico medio alto, viaggia sui binari. Il decimo in più che serve sulla velocità pura, invece, è figlio legittimo della sensibilità di guida di Vettel che azzecca il giro perfetto. Ingredienti per un thè perfetto, ma indigesto alla Mercedes, mai apparsa in difficoltà negli ultimi quattro anni come in questo inizio di stagione.