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Tommaso Allan, contro la sua Scozia una prestazione da…Diego

Tommaso Allan, l'apertura italo-scozzese della Nazionale di rugby, gioca contro la sua seconda patria la miglior partita dell'ultimo periodo. Gli azzurri escono sconfitti, ma guardano al futuro con ottimismo.

Francesco Cavallini

Nessuno è profeta in patria, ma che succede quando di patrie se ne ha due? C'è qualcuno da ferire, contro cui rivoltarsi, cuori da spezzare. Tommaso Allan, come molti nel rugby, ha il cuore diviso a metà. Figlio di due star del rugby, mamma italiana e papà scozzese e volendo anche qualche porzione sudafricana di DNA. Nato a Vicenza, certo, ma formazione anglosassone. Giovanili con la Scozia, under-17, under-18 e under-20, finchè non chiama l'Italia. Brunel nota quel mediano d'apertura che può fare decisamente al caso degli azzurri. Ottimo piede, cervello fino e piedi rapidi. Peccato che la Scozia non sia d'accordo, ma almeno questa di partita la vince l'Italia.

Allan, contro la Scozia migliore in campo

Non come quella dell'Olimpico. Eppure Tommaso Allan il suo match lo gioca come meglio non potrebbe. Infallibile al piede e, stranamente, anche a gioco non fermo. Due mete, una meglio dell'altra, movimenti più da ala che da apertura, una prestazione da incorniciare. Peccato che non sia bastato, che la "sua" Scozia porti a casa i punti e regali all'Italia un altro cucchiaio di legno e, peggio ancora, un altro whitewash. Zero vittorie anche quest'anno, nonostante contro la Tartan Army ci si sia andata davvero vicino. Soprattutto per merito dal ragazzo italiano con gli antenati in kilt. Ottanta minuti da giocatore vero, quello a cui prima Brunel e poi O'Shea hanno affidato le chiavi delle squadra.

La pesante eredità di Diego Dominguez

Una crescita continua, che dimostra che la fiducia dei tecnici non era mal riposta, nonostante più di qualche partita da matita blu. Del resto quella raccolta da Allan è un'eredità pesante, come quella di tutti coloro che hanno indossato la maglia azzurra numero 10. Non è semplice fare il mediano d'apertura quando uno dei tuoi predecessori è stato uno dei migliori, anzi, forse il miglior giocatore della storia della Nazionale. Il record di punti parla chiaro, 971, ed appartiene al grandissimo Diego Dominguez, la pietra di paragone di qualsiasi apertura tricolore da qui all'eternità sportiva. Chi nel 2013 dall'italo-scozzese si aspettava subito un nuovo Dieguito sarà rimasto deluso. Ma Allan continua a migliorare, ed il mito resta irraggiungibile, ma è più vicino.

Parisse, sconfitta numero 100, ma il futuro è roseo

Chi irraggiungibile lo è di certo è Sergio Parisse, 134 presenze e purtroppo ormai 100 sconfitte con la maglia azzurra. Quella maturata all'Olimpico è forse la più triste, non tanto per la cifra tonda, quanto per la modalità con cui è arrivata. Una delusione profonda, accentuata dall'ottima prestazione del capitano e dei suoi compagni. Ma c'è un raggio di luce anche nella tristezza. In terza linea Parisse ha trovato due alfieri dal futuro importante. Negri e Polledri rappresentano il nuovo che avanza della nazionale. A trascinarli resta il capitano, ancora per un po'. E le sue lacrime dovranno essere vendicate il prima possibile.