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Rugby, Rob Horne si ritira: persa la sensibilità al braccio destro

Una brutta tegola per i Northampton Saints: l’infortunio di capitan Rob Horne è più grave del previsto. Tanto da costringerlo ad abbandonare lo sport al quale ha dedicato la vita e che gli ha dato da vivere.

Riccardo Stefani

Oggi voliamo in Inghilterra per raccontarvi una storia davvero poco piacevole, ma degna di nota. Se non altro, per regalare un tributo al capitano dei Northampton Saints, Rob Horne. Nel rugby a 15, salvo rarissime eccezioni, si tende a non rimanere in campo troppo a lungo. Ma è davvero triste parlare di un ritiro forzato a ventotto anni.

CHI È ROB HORNE - Parliamo dell’addio al rugby di Robert George Horne, nato a Sydney nel 1989. Il ragazzo vanta diverse presenze (34 caps) nella nazionale australiana, e ha fatto anche parte della rosa dei Wallabies arrivata in finale nella Coppa del Mondo del 2015. Il suo ruolo principale è quello di tre quarti centro ma in altre esperienze, come quella con i Waratahs, ha giocato come ala. Quello di centro è un ruolo cruciale: bisogna sapersi insinuare nella difesa avversaria e saper fornire ottimi passaggi ma allo stesso modo saper essere duri ed efficaci nei placcaggi quando, come si dice, c’è bisogno di fare legna. Dal 2017 Horne si è unito al club inglese, prendendosi di diritto la fascia di capitano.

L’INFORTUNIO - Nella trasferta contro i Leicester Tigers Horne è in campo dal primo minuto ma dopo pochi secondi di gioco si accascia al suolo dopo uno scontro con il numero 8 avversario. C’è confusione, si teme un trauma cranico e lo staff di entrambe le squadre si precipita a soccorrerlo. Esce in barella e viene portato in ospedale. La partita finisce con una vittoria per i Saints per 21 a 27 ma la gran parte dell'attenzione è puntata verso gli esami clinici del capitano. I quali poco dopo riscontrano un problema al nervo del braccio destro che compromette la sensibilità al campione australiano e che gli potrà creare addirittura problemi nella vita di tutti i giorni.

UN TRISTE ADDIO - Il comunicato ufficiale del club, oltre a ringraziare lo staff medico degli avversari, annuncia al mondo del rugby la gravità dell’infortunio e che questo non consentirà a Rob di tornare su quel campo che gli ha dato e al quale lui ha dato davvero tutto. Davvero un peccato, ma anche qualcosa che ricorda quanto uno sport così appassionante sia particolarmente duro per il fisico di chi su di un prato verde insegue per ottanta e più minuti una palla ovale.