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Dalla scrivania alla porta – Un contabile uomo partita in NHL

I Chicago Blackhawks portano a casa la sfida di NHL contro il Winnipeg e l’uomo partita è un contabile. No, non è uno scherzo, è tutto vero. Andiamo a vedere come questo sia stato possibile.

Riccardo Stefani

Provate a proiettarvi con l’immaginazione su una pista di hockey sul ghiaccio. Sta per cominciare la partita di NHL tra Chicago Blackhawks e Winnipeg. I tifosi si scatenano e l’atmosfera è rovente. I giocatori di casa si scaldano, tutto è pronto ma ad un certo punto si vede un avvicendamento tra i giocatori di casa. Si stanno stringendo in cerchio per comunicarsi qualche cambiamento nei piani tattici? Si tratta della solita mischia motivazionale del pre-partita in cui si urla qualcosa come “andiamo a vincere”? No, perché in questo coacervo di toraci ci sono anche quelli di alcuni membri dello staff medico. Il portierone Anton Forsberg si è infortunato e a testa bassa lascia quella lastra di ghiaccio su cui è sempre decisivo. Il pubblico rumoreggia e il brusio copre qualche imprecazione, forse dello stesso atleta o forse di qualche fan sfegatato. Ma chi gioca al suo posto? Beh, c’è Colin Delia, un signor secondo portiere pronto a parcheggiare il motorino (non serve il pullman nelle piccole porte da Hockey) davanti al box da difendere.

Scott Foster, eroe per caso

La partita comincia e si mette molto bene per i ‘falchi neri’ di casa che sembrano assai sicuri di sé e di portare a casa l’intera posta in gioco. Ma nel terzo tempo questa sicumera viene intaccata da un altro avvenimento. Sarà lo scarso minutaggio, sarà l’inabitudine, sarà che la fortuna si è girata di spalle per qualche minuto, magari a prendere pop-corn e qualche bevanda in tribuna, ma anche il buon Colin Delia è costretto a lasciare il campo. E ora? In rosa non c’è nessun terzo portiere, almeno fisso. Già, perché in questi casi alcune squadre si tutelano con dei comitati di portieri amatori che, a rotazione, si mettono a disposizione della squadra per difendere i pali in caso di emergenza. Ed è stata questa la sorta di miracolo sportivo accaduta qualche ora fa: è arrivato il momento per il contabile trentaseienne, Scott Foster, di entrare in campo. Certo, il pubblico avrà temuto il peggio perché d’altronde non conoscere il nome che andrà a sostituire due giocatori affermati come Forsberg e Delia non è molto confortante.

Il contabile...conta le parate

Nei quattordici minuti e spicci giocati dal contabile, che aveva smesso di giocare, almeno in maniera continuativa nel 2005 a causa di molti infortuni, arrivano sette missili, sette tiri quasi imparabili che lui, freddo come il ghiaccio che graffia con mazza e pattini, riesce a respingere con maestria. La partita finisce e nell’incredulità generale quello che fino a qualche ora prima (sua dichiarazione sui media) scriveva su un computer, viene dichiarato uomo-partita per aver lasciato il passivo invariato a due dischetti in rete mentre i suoi compagni ne insaccavano ben sei. Provate ad immaginare che razza di situazione. È la realizzazione di un sogno, ha dichiarato l’impiegato (in tutti i sensi) che da buon contabile ha difeso la sua posizione, appunto, contando i dischetti che i compagni (immaginate, di nuovo, gente di cui è fan sfegatato) infilavano nella porta avversaria. D’altronde, la parte forse più emozionante dell’intera vicenda è che Foster aveva smesso di giocare a livello sportivo-universitario perché massacrato dagli infortuni, e a causa di inaspettati infortuni si è preso il suo quarto d’ora di paradiso a sentire quel pubblico, di cui di solito fa parte, cantare il suo nome a gran voce. Come si fa a non amare lo sport?