Pole in Malesia. A un passo dal titolo. Lo chiamano “Morbido”, ma è solamente una variazione del suo cognome, perchè quando scende in pista, Franco Morbidelli è tutt'altro che soft. Coraggio e determinazione tipicamente italiane, unite a quel briciolo di follia puramente brasiliana ereditata dalla mamma. Risultato: un DNA da campione. Gli resta pochissimo per coronare il sogno. Il titolo mondiale della Moto2, la buona vecchia MotoGP, è a portata di mano. Un'attesa contagiosa, per tutto il panorama motociclistico italiano che non vede da ormai 8 anni, un centauro iridato. E pensare che Franco aveva quasi pensato di lasciare questo sport.
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“Morbido”? Tranne che in pista: Franco un centauro duro, dal cuore d’oro
Franco Morbidelli è a poche ore dal poter coronare un sogno mondiale. Un traguardo meritato, per un giovane uomo capace di affrontare la vita a muso duro.
Corre per papà e...Valentino
Tutta colpa di un momento un po' buio, di quelli che capitano quando meno te l'aspetti. La vita a volte sa darti pugni in pieno stomaco, quando inizi a respirare il futuro a pieni polmoni e lo vedi rosa... Porta in faccia. Di quelle che lasciano il segno. Papà Livio, che chiude l'officina di Roma per portarlo a Tavullia, alla Rossi Academy, lo lascia per sempre. Quando ancora Morbidelli è solo Franco. E ne avrebbe terribilmente bisogno. C'è Graziano, però. Vecchio amico di Livio: coccola il cucciolo di campione, convinto che a breve potrebbe raccogliere l'eredità di suo figlio Valentino. E, come spesso gli succede, ha ragione. Franco comincia a vincere nelle categorie minori. Un passo dopo l'altro senza strafare. Lascia correre la moto e il talento.
Poi però ha un nuovo contraccolpo. Qualche risultato deludente, i fantasmi del passato, la sensazione di percorrere, nonostante sia in pista, la vita a 300 all'ora nel senso sbagliato. Succede, specialmente a 23 anni, quando tutto il mondo è già girato intorno a te e invece tu sei in sella ad accumulare giri i pista e frustrazioni. L'unica terapia? Un diverso approccio alla vita: meno preoccupazioni, più serenità. Bastava ricostruire il puzzle di uno specchio in cui, guardandosi, non ci si riconosceva più, diviso fra mille identità. Uno, nessuno o Morbidelli?
Inizia lo show: prima il mondiale...poi al bar
E Morbidelli sia: gli serve conservare l'animo da barista e il senso di girovago del mondo pur di mantenete il talento intatto. É fatto cosi: ha bisogno di essere spensierato per vincere. E con ogni probabilità festeggerà il titolo ormai a un passo shakerando a a bere un Mojito. Possibilmente non a Milano, troppo fredda e triste per i suoi gusti. Molto meglio Ibiza, e dategli torto. Un giovane uomo che vive fuori tempo e fuori moda: non ama il telefonino, né i social network. Preferisce guardare la gente in faccia. É un allievo di Valentino, ma come precisione di guida, pulizia nella traiettoria ricorda più Biaggi. Sebbene sia vivace come Simoncelli e coraggioso come il Dottore. Probabilmente, è Morbidelli: uno che, come ama dire, non vive nell'ossessione della vittoria, ma la raggiunge con leggerezza e amore. Molto brasiliano. Terribilmente forte.
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