Primo successo per Max Verstappen in questo 2018. No, non ha (ancora) vinto un Gran Premio, ma per ora si accontenta di festeggiare in…tribunale. Paradossalmente, un risarcimento danni. La “Picnic”, catena di supermarket online, dovrà versargli 150.000 euro per violazione di diritti d’immagine.
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Verstappen, la prima vittoria dell’anno arriva…in tribunale
Max Verstappen coglie una vittoria: non in pista, ma in tribunale. L'azienda Picinic dovrà versare 150.000 euro di risarcimento danni al pilota olandese.
RISARCIMENTO - Tutta colpa di un video ideato dalla Picnic in risposta alla pubblicità della Jumbo, di cui Max è stato testimonial. Peccato che la Picnic, anziché il “vero” Verstappen, abbia usato un sosia del pilota olandese. Quanto basta per spingerlo a chiedere il risarcimento danni per violazione di diritti d’immagine. Il percorso giudiziario si è spalmato su otto mesi. In primo grado, il Tribunale ha respinto la richiesta. Verstappen, però, non si è arreso. Guida come vive. E non si è fermato. Anzi. Ha accelerato e presentato ricorso in appello.
VIDEO - Un picnic….costato carissimo all’azienda. Bocciata la tesi difensiva del supermarket che afferma di aver prodotto un video motivazionale per i dipendenti. Ma cosa ha suscitato l’ira di Max? La presenza di un sosia. Nella sequenza della Picnic, si nota chiaramente un ragazzo che somiglia moltissimo a Verstappen. Non è lui, però, il “pilota” alla guida del furgoncino che sosta in magazzino per un rapidissimo pit stop prima di “sfrecciare” per le varie consegne…
PICNIC SALATO… Divertente? Evidentemente non per Max. La difesa della Picnic è stata vana: l’azienda, non appena appreso che il pilota non aveva gradito il video, l’ha immediatamente rimosso. Giustificazione che non ha retto davanti al giudice. Verstappen, del resto, non è uno che va per il sottile. Né in pista, né fuori. L’unica nota curiosa della vicenda è la strana associazione fra il termine “danni” e il nome di Max Verstappen. Questa volta, però, le intemperanze che hanno reso celebre Max in pista non c’entrano. Anzi, il ragazzo ha ragione da vendere. Più precisamente, da farsi pagare…
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