Era abbastanza scritto che le gomme sarebbero state la discriminante decisiva del Gran Premio del Bahrain. Le situazioni particolari in cui si corre rendono da sempre gli pneumatici l'elemento da tenere d'occhio quando si fanno i 300 canonici chilometri nel deserto. La Mercedes, consapevole della migliore forma delle Ferrari sul circuito di Sakhir (ben evidenziata nelle prove), la gioca sulla strategia e opta per un'unica sosta contro le due delle Rosse. Peccato per le Frecce d'Argento che Vettel alla fine di pit-stop ne faccia uno, cercando di conservare le gomme soft per 36 lunghissimi giri. Miracolo riuscito, anche se il team radio di Seb dopo il traguardo è di un'onestà clamorosa: le gomme erano andate.
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Splendida follia, con le gomme la Ferrari cancella le Mercedes
Vettel vince il Gran Premio del Bahrain con una strategia al limite del rischio, facendo un solo pit-stop e girando per 36 lunghissimi giri con le gomme soft. Fuori Raikkonen, che investe un meccanico.
Vettel tiene dietro Bottas nonostante le gomme ormai bollite
Eppure hanno resistito abbastanza per portare Vettel alla vittoria 49 su 200 Gran Premi, la prima nelle gare a cifra tonda. Una vittoria che per la Ferrari significa molto, ma che arriva non senza qualche patema d'animo. Un po' per l'inseguimento di Bottas, ottimo secondo, che negli ultimi dieci giri spinge sull'acceleratore a più non posso, sfruttando le gomme intermedie. Un po' perchè la macchina non ha avuto quel passo mostrato nelle due giornate precedenti al GP, probabilmente perchè il tedesco non poteva neanche permettersi di maltrattare ulteriormente gli pneumatici. E poi per l'altra gomma, la posteriore sinistra di Raikkonen, che a modo suo mette comunque il segno sulla gara.
Raikkonen investe un meccanico Ferrari ed è costretto al ritiro
Il secondo pit-stop di Kimi, in quel momento terzo, nasce per confondere le idee alla Mercedes riguardo la strategia di Vettel e forse per capire quanto fossero performanti le supersoft che avrebbe montato il finlandese. Che però non riesce a montarle tutte e quattro, anzi, investe in pieno il meccanico alla sua sinistra in una ripartenza su tre ruote e mezza, dato che la posteriore precedente non era ancora stata smontata. Stop immediato per il finlandese, frattura di tibia e perone per lo sfortunato meccanico e in quel momento si decide la gara. Forse per la pit-lane Ferrari occupata dai soccorsi, o per l'impossibilità di prevedere quanto avrebbe potuto recuperare Vettel rientrando e uscendo dietro a entrambe le Mercedes, ma a quel punto il muretto decide per il rischio. Che alla fine paga eccome.
Hamilton solo terzo, disastro Red Bull, ottimi Gasly e Magnussen
Al contrario di quelli presi dal solito Verstappen, che al primo giro punta il pesce grosso più vicino, Hamilton (che alla fine arriva terzo), lo tocca e buca la gomma. Al suo compagno Ricciardo va addirittura peggio: macchina spenta dopo neanche qualche chilometro e arrivederci in Cina per le due Red Bull. Ginetto, partito nono, fa la sua solita ottima gara condita da un triplo sorpasso in staccata che finirà su tutte le sigle del mondiale di Formula 1 da qui a qualche decennio, ma resta in zona Ferrari solo grazie alla strategia e ha già 17 punti di ritardo da Vettel. Completano l'ottima giornata tricolore lo splendido quarto posto della Toro Rosso (l'ex Minardi) di Gasly e il quinto di Magnussen su Haas motorizzata Ferrari. Quindi, in generale, supremazia rossa confermata. Ma per cancellare le Mercedes sono servite (e molto) delle ottime gomme.
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