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Il doping degli oggetti: palloni sgonfi e mazze più leggere

Il caso del ball tampering nel cricket offre un tipo di antisportività abbastanza particolare: quando gli oggetti utilizzati negli sport vengono manomessi per migliorare le prestazioni di chi li utilizza.

Redazione Il Posticipo

Si chiama ball tampering e a noi italiani probabilmente non dirà nulla. Ma per la sconfinata ed anglofona audience del gioco del cricket, è il caso del momento. I siti inglesi, indiani e un po' di tutto l'ex Impero Britannico non parlano d'altro. Lo scandalo è incredibile e difficilmente arginabile. In pratica alcuni giocatori della nazionale australiani di cricket avrebbero manipolato la palla da gioco per ottenere migliori prestazioni durante il match contro il Sudafrica. Match che tra l'altro gli oceanici sono anche riusciti a perdere. A finire sotto accusa è il capitano Steve Smith, che ha ammesso il piano, concertato con alcuni compagni e che ora rischia una lunga squalifica. Ma non è il primo caso di...doping degli oggetti.

Tom Brady e i palloni sgonfi

Quello più famoso degli ultimi tempi coinvolge la più grande stella del football americano del nuovo millennio. Anche chi non apprezza lo sport made in USA conosce Tom Brady, non fosse altro per il suo matrimonio con la top model Gisele Bündchen. Il quarterback dei New England Patriots è stato protagonista dell'ormai celebre Deflategate, lo scandalo dei palloni sgonfiati. In pratica ogni squadra nella NFL può giocare la fase offensiva delle partite con i propri palloni e i Patriots (ma con molta probabilità anche altre franchigie) erano soliti sgonfiarli per favorire la ricezione dei lanci del quarterback o per avere maggior presa sul pallone, onde evitare di perderlo durante contrasti soprattutto in condizioni meteo di pioggia. Alla fine a pagare sono stati due assistenti della squadra del Massachussets, ma anche Brady, che era a conoscenza dell'accaduto e che si è beccato quattro giornate di squalifica all'inizio della stagione 2015.

Mazze da baseball un po' troppo leggere

Rimanendo negli USA, anche il baseball ha avuto la sua buona dose di problemi. Protagoniste stavolta non sono le palle, quanto le mazze, che è assolutamente irregolare manomettere. Uno dei metodi più comuni di manomissione è quello di riempire la mazza con del sughero, molto più leggero del frassino o dell'alluminio normalmente utilizzati per la loro creazione. Questo rende le mazze più maneggiabili e permette ai battitori di migliorare il tempismo del colpo e, naturalmente, uno swing più ampio nel momento della battuta. Molti grandi battitori sono stati sanzionati dopo essere stati colti in fragrante dagli arbitri. In particolare Sammy Sosa, l'unico giocatore nella storia della MLB ad aver realizzato più di 60 home run in tre stagioni diverse, è stato squalificato per otto partite nel 2003 a causa di una mazza manomessa. Sempre meglio di Graig Nettles, che nella sua mazza nel lontano 1974 aveva inserito...sei palline pazze (quelle, per intenderci, che rimbalzano senza soluzione di continuità). Squalifica per lui, ma anche premio per la fantasia.

Troppe mazze da golf nella sacca?

E terminiamo con il golf, che regala parecchie possibilità di...barare. Una delle quali è coprire con il grasso la superficie delle mazze, per avere un minor attrito nel momento di impatto con la palla. Metodi più creativi che riguardano le mazze da golf riguardano le misure non regolamentari, che chiaramente diminuiscono le possibilità di ciccare il colpo, ma soprattutto il crimine maggiore per un golfista: presentarsi in campo con più mazze di quelle consentite. Nei tornei ufficiali infatti è consentito portare un massimo di 14 bastoni, dovendone sacrificare alcuni dalla propria dotazione a seconda del circuito che si affronta. E se ce n'è una in più, sono dolori. Come ha imparato a sue spese Ian Woosnam, gallese, che nel 2001 è arrivato terzo agli Open Championships nonostante una penalità di due colpi, infertagli proprio per essersi presentato al via dell'ultimo giorno di gara con 15 mazze. In questo caso, colpa del caddie, ma le regole sono regole.